Sbarchi, la Caritas di Palermo chiede aiuto ai volontari delle parrocchie
Porto di Palermo, l'arrivo dei migranti. Foto: Caritas Palermo
PALERMO – “L’accoglienza va ulteriormente potenziata con nuovi volontari”. E’ l’appello lanciato da don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo, per rispondere all’emergenza dovuta all’arrivo dei migranti di sabato scorso e ieri. “Siamo entrati in grossa sinergia con il prefetto di Palermo – dice - a cui stiamo garantendo piena accoglienza per i migranti. Mi appello però a tutti i volontari delle parrocchie di Palermo affinché ci possano aiutare nel sostenere questi nostri fratelli più deboli. Da soli non ce la facciamo”.
“L’accoglienza in questa prima fase è in emergenza e, per questo, abbiamo aperto le porte di tutti i nostri centri Caritas – continua il direttore - . Mi ha colpito anche la grande sensibilità ecclesiale dimostrata da tanti confratelli che si sono messi a disposizione per accogliere i migranti anche nelle loro parrocchie se dovesse essere necessario considerato che le strutture sono ormai sature. Dall’emergenza poi si deve passare ad accoglienza e proprio per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.
“Tanti nostri amici devono fare un percorso che riteniamo indispensabile per fare sviluppare i loro doni ed essere aiutati a prendere coscienza del luogo in cui si trovano permettendo anche ove sia possibile l’integrazione”. “Abbiamo deciso di aprire la chiesa di San Carlo perché, in accordo con la prefettura, era necessario – aggiunge -. Da stanotte li trasferiremo tutti all’interno del centro. In questo modo stiamo cercando di dare una prima risposta a coloro che sono in transito. La permanenza nei centri dipende da quello che vogliono fare loro cioè se avviare le pratiche per il permesso e la richiesta d’asilo oppure andare in un altro paese del nord Europa”. “Questa esperienza mi sta insegnando cosa significa donarsi a coloro che hanno bisogno – conclude -. Papa Francesco parla di periferie esistenziali e una di queste è proprio il dramma che vivono questi nostri amici africani che subiscono situazioni molto brutte in Libia. Accoglienza allora prima di tutto al di là delle discussioni politiche”. (set)