16 maggio 2015 ore: 13:59
Immigrazione

Sbarchi, Moas: "Soccorso il doppio dei migranti rispetto al 2014"

Oltre 1.400 migranti salvati in sole due settimane di missione. Più di 100 i minori e oltre 200 le donne. L'imbarcazione ora è a Messina. Il direttore del progetto:"Stiamo soccorrendo 100 persone al giorno". Catrambone: "Mai visto nulla di simile"
Moas (Migrant offshore aid station) Moas (Migrant offshore aid station) 4 salvataggi

Moas (Migrant offshore aid station)

box ROMA - Sono 1.441 i migranti soccorsi in mare dal progetto Migrant Aid Station Offshore (Moas) in soli 12 giorni di attività nel Mediterraneo per la seconda missione del progetto lanciato da due imprenditori maltesi lo scorso anno per salvare i migranti che tentano di attraversare il canale di Sicilia su gommoni e imbarcazioni di fortuna. "Il Moas ha effettuato sei soccorsi diversi fornendo assistenza a 106 bambini, 211 donne e 1.124 uomini a bordo della nave M.Y. Phoenix. A bordo, Medici Senza Frontiere ha fornito assistenza post-salvataggio comprese le cure mediche".

L'imbarcazione del Moas, spiega l'organizzazione, avrebbe dovuto fare ritorno a Malta per rifornimenti lo scorso giovedì 14, ma l'equipaggio ha deciso di continuare le operazioni per soccorrere un barcone in difficoltà con a bordo 561 persone di cui 60 bambini. Circa un centinaio di loro, di nazionalità eritrea, erano a rischio soffocamento per essere stati stipati nella stiva di una barda di 18 metri in legno. "Le nostre squadre di soccorso non hanno mai visto niente di simile - spiega il fondatore del Moas, nonché membro dell'equipaggio Christopher Catrambone -. Alcuni di loro ci hanno raccontato storie terribili di persecuzione e la fuga. Queste persone non hanno libertà. Non hanno nulla ",

La M.Y. Phoenix, spiega l'organizzazione, ha cooperato in questi giorni con il Maritime Rescue Coordination Centre di Roma e con le altre navi nella zona, trasferendo i migranti nelle navi mercantili e in un caso anche all'imbarcazione britannica MHS Bulwark. Attualmente, la nave del Moas è a Messina per trasferire 407 persone. Secondo quanto riferisce il team di Medici senza frontiere, lo stato di salute dei migranti è buono, per via dei salvataggi compiuti all'inizio dei loro viaggi. "Quest'anno - spiega il Moas -, la M.Y. Phoenix sta operando nei pressi delle coste libiche facendo volare due droni all'interno dello spazio aereo libico, consentendo al Moas di individuare e salvare i migranti il prima possibile".

La più importante operazione di soccorso portata a termine dal Moas, spiega l'organizzazione, arriva proprio a pochi giorni dalla presentazione dell'agenda sull'immigrazione proposta dalla Commissione europea. "Siamo lieti che l'Unione europea abbia deciso di intraprendere azioni immediate per salvare vite umane - ha detto il direttore del Moas Martin Xuereb -. Stiamo salvando circa 100 persone al giorno, un tasso circa il doppio rispetto all'anno scorso".

"Stare sulla barca è stato molto difficile - racconta un migrante somalo di 23 anni agli operatori del Moas -. Non c'era spazio e neanche un capitano che sapeva guidare la barca. La gente ha avuto davvero paura, soprattutto quando le onde erano alte. Non eravamo nemmeno sicuri che la direzione fosse giusta. I contrabbandieri puntano l'imbarcazione in una direzione e dicono di andare avanti così". Il racconto di un giovane eritreo di 25 anni, invece, parla del lungo viaggio di circa sette mesi prima di prendere un barcone "Ho attraversato l'Etiopia e il Sudan prima di arrivare in Libia dove sono stato catturato e messo in un campo. Ho trascorso un mese in quel campo ed è stato lì che ho incontrato le persone che ci mettono su una barca per l'Italia".(ga)

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