4 maggio 2015 ore: 15:58
Immigrazione

Sbarchi, quasi mille migranti arrivati in poche ore in Calabria

Sono quasi 800 le persone arrivate questa mattina (andranno in E.Romagna, Toscana, Liguria e Molise); altre 217 erano arrivate ieri sulle coste calabresi. Don Pangallo (Caritas Reggio Calabria): “Una realtà fragile come la nostra non può andare oltre il possibile”

REGGIO CALABRIA - Si sono concluse da poco le operazioni di primo soccorso e accoglienza per i 779 migranti arrivati questa mattina nel porto di Reggio Calabria, a bordo della nave militare “Bersagliere”. Nel gruppo ci sono 633 uomini, 114 donne e una trentina di minori; secondo i primi accertamenti effettuati dai sanitari sono tutti in buone condizioni di salute. Alle operazioni di accoglienza e assistenza, coordinate dalla prefettura reggina, hanno partecipato i rappresentanti del comune e della provincia reggina, le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, diversi rappresentanti della direzione marittima della Calabria e, naturalmente, personale dell'azienda sanitario qualificato. Ad assistere i migranti anche i volontari di numerose associazioni attive nella città dello Stretto.

Una parte del gruppo raggiungerà delle strutture di accoglienza sparse per il Paese, il Viminale ha predisposto un piano di accoglienza chiedendo disponibilità ai centri di quattro regioni italiane: di conseguenza, 300 persone andranno in Emilia Romagna, 100 in Toscana, 55 in Liguria e 85 in Molise. L’altra parte del gruppo, soprattutto i minori non accompagnati e tutti coloro che necessitano di trattamenti sanitari per casi di scabbia e pediculosi, saranno accolti nei tre centri messi a disposizione del comune di Reggio Calabria, secondo le disposizioni della prefettura. Nello specifico saranno utilizzate la palestra di Pellaro, la vecchia sede della Capitaneria di Porto ed anche la palestra di Unitas Catholica in località Fondo Versace.

Tra i migranti soccorsi oggi ci sono 12 donne in stato di gravidanza; qualcuna di loro è già prossima al parto e darà alla luce il proprio bambino proprio nelle strutture sanitarie reggine. Lo sbarco odierno è stato programmato dalla Marina militare italiana, nell’ambito dell’operazione Triton. In totale quasi 800 migranti, quasi tutti provenienti dall’Africa centro-occidentale. Sono stati recuperati in mare nei giorni scorsi in cinque diversi interventi della Marina.

Un altro sbarco si è verificato ieri sera sulle coste calabresi. La nave della marina militare francese “Commandant Birot” è giunta a Crotone con a bordo 217 migranti, tutti maschi, in prevalenza provenienti da paesi subsahariani; tra loro 16 minori. Il comandante della nave, il luogotenente Thomas Buong, ha raccontato che i migranti sono stati soccorsi mentre erano su due barconi a 40 miglia dalla Libia.

Circa mille persone, quindi, sono state accolte in poche ore in una regione che ha già un’infinità di problematiche e criticità che la pongono sempre agli ultimi posti in tutte le statistiche e le classifiche nazionali. A questo proposito, don Antonio Pangallo direttore della Caritas diocesana reggina ha dichiarato: “Non siamo nelle condizioni di accogliere migliaia di persone, però abbiamo dimostrato che si può fare. Il fatto stesso che il porto di Reggio sia stato individuato come porto di attracco e che qui si possa offrire un servizio immediato di prima accoglienza a chi ha rischiato la vita per cercare condizioni di vita migliori, è già tanto. Davanti a numeri come quelli di oggi - ha sottolineato ancora don Pangallo - c'è da avere attenzione soprattutto per le categorie più deboli: neonati, donne, minori non accompagnati, ma contemporaneamente bisogna attrezzarci per organizzare la prima e la seconda accoglienza”.

Il direttore della Caritas di Reggio Calabria ha rimarcato: “Un realtà fragile e debole come la nostra non può andare oltre il possibile. C'è una grande sensibilità da parte della prefettura, di tutte le istituzioni civili, del volontariato che stiamo cercando di mettere in rete. Ci troviamo di fronte ad un fenomeno epocale davanti al quale non possiamo chiudere gli occhi. Come Caritas diocesana – ha evidenziato don Pangallo - siamo di sostegno alla rete istituzionale, al quale offriamo la collaborazione del coordinamento delle associazioni cattoliche: una dozzina di realtà di volontariato impegnate ad offrire prima accoglienza, soprattutto ai più deboli”. Pangallo ha auspicato “che non ci si interessi al problema nel malaugurato caso di un nuovo genocidio nelle acque del Mediterraneo. L'Italia ha bisogno di aiuto. Ci sono altre alte responsabilità: l'Onu e l'Unione europea hanno il dovere di intervenire”. (msc)

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