5 maggio 2015 ore: 15:55
Immigrazione

Sbarchi, Torino pronta per l'accoglienza: “Posti garantiti, presto nuovo bando”

Il capoluogo sabaudo riuscirà a garantire i nuovi posti richiesti dal ministero dell’Interno. A farlo sapere è la prefettura che, di fronte al rischio di saturazione del sistema d’accoglienza, potrebbe indire presto un nuovo bando. Giunti, ufficio immigrazione: “Uscire dalla logica dell’eterna emergenza”
Profughi, rifugiati in attesa alla stazione

TORINO - Il capoluogo sabaudo farà la sua parte nell’accoglienza degli oltre 6 mila migranti sbarcati negli ultimi giorni tra le coste siciliane e calabresi. A farlo sapere è la prefettura di Torino, che ha già approntato gli 80 posti richiesti ad ogni provincia con una circolare partita ieri dal ministero dell’Interno.  “Per il momento - spiega Donatella Giunti, responsabile immigrazione della Prefettura - riusciamo ancora a coprire le richieste che arrivano dal Ministero con i posti assegnati con l’ultimo bando pubblico, che risale a gennaio. Si tratta di appartamenti o comunque di strutture assolutamente dignitose, e questo lo sappiamo con certezza, dal momento che vi eseguiamo regolari sopralluoghi. Sappiamo inoltre che a breve dovremo indire un’altra gara, perché, visto il ritmo degli  sbarchi, è probabile che richieste come quella appena arrivata saranno sempre più frequenti”.

La provincia di Torino, quindi, riesce ancora a tenere il passo con gli arrivi, ma anche qui il sistema d’accoglienza rischia di entrare presto in affanno. “Il problema - continua Giunti - è che da 25 anni lavoriamo in uno stato di costante emergenza, il che è una contraddizione in termini. La provincia di Torino attualmente ospita più di 1400 rifugiati soltanto per quanto riguarda la rete gestita dalle prefetture. Se si contano anche i posti Sprar attivi al momento, il numero sale a oltre 2000; e se a questi aggiungiamo la ‘coda’ delle precedenti accoglienze, viene fuori che sul nostro territorio ci sono almeno 3500 rifugiati”.

Riguardo alle recenti polemiche sulla gestione prefettizia dei migranti, la dirigente precisa che negli ultimi anni “si è sempre cercato di garantire uno standard omogeneo di integrazione, pur tra territori molto diversi”. “In altre parole - spiega - facciamo il possibile per evitare che i vari gruppi di rifugiati, spesso assegnati ad aree anche contigue, vengano accolti con criteri troppo diversi: per questo, nell’ultimo bando abbiamo specificato che i candidati avrebbero dovuto attenersi alle linee guida stabilite nell’ambito della rete Sprar. Questa richiesta era già stata inoltrata in via informale nei bandi precedenti; dallo scorso gennaio abbiamo deciso però di metterla nero su bianco”. Secondo Giunti sarebbe quindi passato il tempo in cui i profughi venivano sistemati alla meglio in strutture isolate e difficilmente raggiungibili, come nel caso dei 150 uomini (provenienti perlopiù dal Corno d’Africa) che nell’agosto del 2011 vennero alloggiati a Pracatinat, piccola frazione montana a 1800 metri d’altezza in Val Chisone. “Anche quando vengono mandati in strutture montane - spiega - ciò è fatto attenendosi a criteri e a standard qualitativi: a Lemie (Val di Lanzo) abbiamo una 20ina di nuclei familiari che ospitano altrettanti profughi, e sono ben felici di farlo. Noi abbiamo verificato di persona queste situazioni, e nessuno di loro ci è mai sembrato scontento”.

Non è chiaro, al momento,  quando arriveranno i profughi assegnati alla provincia di Torino: 75 dovrebbero arrivare da Ragusa nelle prossime ore, mentre altri 50 partiranno a breve da salerno. “Ma non sappiamo - specifica Giunti - se e quanti di loro rientrino negli ultimi 80 posti richiesti dal Ministero”. Altri 50 arrivi, inoltre, ancora provenienti da Salerno, sono attesi a Vercelli; mentre nelle prossime ore una nave con qualche centinaio di profughi dovrebbe partire da Salerno per attraccare al porto di La Spezia: 100 dei passeggeri sono già stati assegnati alle province di Asti e Alessandria. (ams)

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