2 agosto 2014 ore: 14:23
Immigrazione

Sbarchi, tra i volontari dell’accoglienza ci sono anche migranti

Sono 130 le persone arrivate stamattina al porto di Palermo. Il direttore della Caritas Mattaliano: "I migranti rimasti nei nostri centri, in particolare al Santo Curato d’Ars, si mettono a disposizione attivamente per i nuovi arrivati”
Sbarchi, nave stracolma di immigrati

PALERMO – Sono 130 i migranti arrivati questa mattina al porto di Palermo recuperati a largo di Lampedusa dalle navi di Mare Nostrum. Si tratta, in prevalenza di famiglie quasi tutte di origine siriana con la presenza di qualche pachistano, palestinese e libanese. I migranti verranno tutti accolti dalla Caritas nei locali della chiesa di S. Giovanni Maria Vianney del Santo Curato d’Ars. “In vista di questa nuova accoglienza – spiega la responsabile dell’immigrazione dei centri della Caritas Nadia Sabbatino – ieri sono stati trasferiti in aereo per altre destinazioni sia le 64 persone dello sbarco di due giorni fa sia i 30 migranti arrivati lo scorso 20 luglio. I trasferimenti sono arrivati anche per le 13 donne che si trovavano al centro San Carlo dove adesso sono rimasti in 50. Nel caso delle famiglie siriane di oggi sappiamo che in genere si tratta di persone che hanno le idee chiare su cosa fare e, per loro la Sicilia è solo un luogo temporaneo di transito”.

box “Siamo sempre pronti ad accogliere in maniera gioiosa e pienamente operativa questi nostri fratelli più deboli – aggiunge il direttore della Caritas p. Sergio Mattaliano -. Domani in chiesa sarà per noi una festa potere esprimere tutto il nostro calore a queste famiglie che vengono da luoghi martoriati da guerre e carestie. Per quei pochi giorni che staranno da noi desideriamo che abbiamo un buon ricordo di questa esperienza a casa nostra”. “Un aspetto che va sottolineato – aggiunge  - è come i migranti rimasti nei nostri centri, in particolare al Santo Curato d’Ars, si mettano a disposizione attivamente per i nuovi arrivati”.

Tra i volontari della Caritas, sempre operativi in ogni sbarco, c’è Silvia Firrito, 30 anni laureanda in architettura. “Durante ogni sbarco mi occupo prevalentemente della distribuzione delle scarpe – dice – ma poi mi metto a disposizione per tutto il resto che c’è da fare. In un secondo momento, una volta arrivati gli immigrati nei centri,  mi sono invece impegnata molto nella distribuzione dei medicinali e nell’accompagnamento dei migranti negli ospedali per tutte le prestazioni sanitarie. Tutto questo è per me molto faticoso ma lo faccio volentieri perché ciò che riceviamo da loro dal punto di vista umano fa superare qualsiasi stanchezza”. “I migranti di oggi si aggiungeranno ai 17 che sono ancora presenti al Santo Curato – continua -. Con loro si è davvero instaurato un clima familiare molto bello. Soprattutto molti di loro hanno una grande voglia di parlare perché hanno ancora impresse le immagini tremende di chi è morto in mare che hanno visto pure mangiato dai pesci. La stanchezza, sicuramente, c’è ma la gioia di donarsi la supera. La nostra voglia di attivarci continua ad essere ancora molto forte e, al di là delle difficoltà linguistiche iniziali, subito dopo si instaura con tutti un rapporto molto bello fatto di scambio reciproco”. (set) 

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