Sbarchi. Unhcr: ''Bene Mare Nostrum, ma il sistema d'accoglienza è inadeguato''
ROMA – Sono soprattutto siriani, partiti da Egitto e Libia, i migranti sbarcati in queste ore sulle coste siciliane: circa 1.200 persone erano a bordo delle 13 imbarcazioni soccorse nella notte, altri 600 sono stati tratti in salvo nella mattinata. I migranti sono stati poi trasportati nei centri di Augusta, Porto Empedocle e Pozzallo. “Si tratta di persone che stanno battendo ogni rotta possibile – spiega Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa, che sta monitorando in queste ore la situazione -. I siriani, a migliaia, stanno cercando di salvarsi come e dove possono, correndo rischi che prima non correvano: proprio per questo nei giorni scorsi sette persone sono morte nel mar Egeo, vicino alle coste della Grecia e della Turchia. La situazione nel paese è sempre più difficile e in molti, soprattutto donne e bambini stanno fuggendo via mare. Partono dalla Libia o dall’Egitto”.
La portavoce dell’Unhcr plaude in particolare all’operazione Mare nostrum, “un’operazione umanitaria che ha permesso di salvare in pochi mesi 12mila persone”. “E’ importante il modo in cui si sta muovendo il governo italiano – spiega– ma trattandosi di confini europei è necessario che anche il sostegno diventi europeo. Bisogna anche pensare a misure efficaci non solo per il salvataggio in mare ma anche per la gestione dell’accoglienza”. E’ questo, infatti, il nodo più spinoso: nei prossimi giorni si attende l’arrivo di nuovi migranti ma “il sistema di accoglienza italiano, non strutturato e non rodato, non può sopportare da solo il peso di tutte queste persone, in cerca di protezione internazionale – spiega ancora Sami – occorre individuare, invece, misure efficaci a livello europeo per sostenere i numeri sempre più alti degli arrivi. E non si può pensare che tutto ricada ancora sulle spalle della Sicilia”.
Nei giorni scorsi, dopo il naufragio nel mar Egeo, anche Laurens Jolles, delegato Unhcr, aveva espresso apprezzamento per Mare nostrum “un contributo essenziale per evitare ulteriori tragedie del mare.” "Auspichiamo che altri Stati Membri dell’Ue seguano questo modello- sottolinea Jolles- Non possiamo permettere ulteriori perdite per chi cerca al contrario di mettersi in salvo dalle atrocità della guerra e dalle persecuzioni."