Sbarchi, Unhcr: "Situazione difficile da gestire, arrivi anche dall'Egitto"
ROMA - "La situazione sta diventando molto difficile da gestire, serve una strategia europea per l'accoglienza e il salvataggio in mare". E' quanto torna a ribadire Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa dopo gli arrivi di questi ultimi giorni e la morte di tre migranti trovati senza vita su di un barcone approdato in Sicilia. "Gli sbarchi continueranno - ha affermato Sami -. L'avevamo già detto all'inizio del 2014 che questo sarebbe stato un anno con dei picchi a causa del perdurare del conflitto siriano e della situazione in Libia".
Ormai i numeri parlano chiaro. In soli sei mesi, gli arrivi del 2014 hanno superato quelli dello scorso anno. "Abbiamo superato 52 mila arrivi - ha spiegato Sami - e siamo solo a giugno. Abbiamo superato abbondantemente i numeri del 2013, quando sono arrivati in 42-43 mila". Nonostante i numeri, però, non ci sono novità all'orizzonte, se non speranze da riporre quasi esclusivamente nel semestre europeo che per l'Italia partirà fra poco meno di un mese. "Ci auguriamo che tutti gli incontri che ci saranno e che ci sono stati in queste settimane anche a livello europeo producano un piano - ha detto Sami -. Noi abbiamo fatto diverse proposte in termini di canali di arrivo alternativi, ma serve una strategia a livello europeo per l'accoglienza e il salvataggio in mare. Quest'ultimo occorre che venga ampliato e possa prevedere il coinvolgimento non solo di navi militari, ma anche delle navi mercantili perché le rotte si stanno diversificando. Molti profughi arrivano anche dall'Egitto e affrontano pure dieci giorni di traversata per arrivare in Italia con rischi sempre maggiori".
Sul territorio italiano preoccupa la prima accoglienza. "Il problema principale è il fatto che non ci sono strutture deputate permanentemente alla prima accoglienza - ha spiegato Sami - e questo sta diventando un problema molto grosso. I profughi vengono distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma anche questo è un lavoro logistico molto importante e soprattutto necessita di una pianificazione". Per la portavoce, infatti, serve "un piano che tenga conto che tra i profughi ci sono sempre più famiglie, bambini, persone che arrivano con problemi di salute e donne in gravidanza - ha raccontato Sami -. Devono essere assistiti in modo adeguato e soprattutto non si può parlare di emergenza ogni anno. Serve un piano che deve essere fatto insieme, da governo, enti locali e società civile, ma occorre coinvolgere anche i rifugiati, che sono una risorsa". Per quanto riguarda il semestre europeo, infine, Sami spera che possa servire a "saldare il rapporto di fiducia fra gli stati membri e che si concretizzi il principio di solidarietà che sta alla base dell'Unione europea stessa". (ga)