Scende l’immigrazione irregolare. Espulsioni, Italia all’ottavo posto in Ue
ROMA - Cala la presenza straniera irregolare nel nostro paese: tra il 2004 e il 2013, i flussi provenienti dai paesi a forte pressione migratoria sono stati caratterizzati da una diminuzione delle persone intercettate alla frontiera (da 24.528 nel 2004 a 7.713 nel 2013), di quelle rimpatriate (da 35.437 nel 2004 a 8.769 nel 2013) e di coloro che non hanno ottemperato all’ordine di espulsione (da 45.697 nel 2004 a 13.529 nel 2013). In tutto, quindi, si è trattato nello scorso anno di una presenza irregolare accertata di 30mila persone, un dato in costante diminuzione dal 2006, quando furono 124.381. A sottolinearlo è il dossier statistico Immigrazione 2014, realizzato dal centro studi e ricerche Idos, in collaborazione con Unar, e presentato oggi a Roma. Il dossier, analizzando gli archivi di Eurostat, compilati sulla base dei dati raccolti dai competenti ministeri nazionali, fa un confronto del fenomeno dell’immigrazione irregolare in Italia con il contesto comunitario. Nel 2013 sono stati 107 mila gli attraversamenti non autorizzati alle frontiere europee, mentre l’Ue ha speso tra il 2007 e il 2013 4 miliardi per il loro controllo e solo 700 milioni per progetti di accoglienza e per i profughi.
Irregolari meno di mezzo milione. Non è dato sapere, dice il dossier quanti, tra gli immigrati non comunitari i cui permessi di soggiorno sono scaduti senza essere rinnovati (262.688 nel 2011, 166.321 nel 2012 e 145.670 nel 2013), si siano trattenuti in Italia. Si stima però che, anche per effetto delle regolarizzazioni del 2009 e del 2012, che hanno registrato 430 mila domande, la popolazione straniera in posizione irregolare ammonti a meno di mezzo milione di persone (pari a neppure un decimo della presenza regolare, la stessa incidenza accreditata dalle Nazioni Unite a livello mondiale).
Respingimenti. A livello europeo il numero dei migranti respinti tra il 2008 e il 2013 si è dimezzato, passando da 634.975 a 327.255. Le frontiere che hanno subito la maggiore pressione sono state nel 2013 a Sud quelle della Spagna (193mila respingimenti) e ad Est quelle della Polonia (40mila), con l’Italia che si posiziona all’ottavo posto della classifica (circa 7mila). La frontiera maggiormente sollecitata è stata quella terrestre (84,3 per cento dei casi), seguita da quella aerea (13,5 per cento) e marittima (2,2 per cento). Nello stesso periodo sono stati depositati presso il sistema informativo Schengen (Sis) almeno 600mila segnalazioni di divieto di reingresso.
Quanto all’Italia, nel 2013, sono state respinte alle frontiere esterne 7.370 persone, di cui il 30,2 per cento alle frontiere marittime e il 69,8 per cento alle frontiere aeree. Nel 40,8 per cento dei casi il respingimento è avvenuto per scopo e condizioni di soggiorno non giustificati, nel 19,6 per cento dei casi perché è stata già inoltrata una segnalazione, 18,6 per cento per visto o permesso di soggiorno non valido. Le persone intercettate in posizione irregolare sono maschi in 9 casi su 10. Le donne hanno una maggiore rilevanza tra gli appartenenti ad alcune collettività, e in particolare a quelle che si occupano del lavoro presso le famiglie (Moldova, Brasile e Ucraina), tra la collettività cinese, fortemente caratterizzata dall’inserimento delle donne anche nei settori industriale e commerciale, e tra la collettività nigeriana, nella quale molte donne vengono sfruttate nel mercato del sesso.
Intercettati e allontanati. Nel 2013, complessivamente, i cittadini di paesi terzi intimati di espulsione nell’Ue sono stati 603.365, con una diminuzione del 21,8 per cento rispetto al 2008 (471.780). Anche in questo caso l’Italia, si colloca all’ottavo posto con 23.945 espulsioni, confermando una rilevanza abbastanza limitata nel contesto europeo. In particolare nel periodo 2008-2013, il numero delle persone intercettate è diminuito complessivamente di 3 volte, passando da 68.175 a 23.945. Le nazionalità con più di mille intercettati sono solo sei, con il Marocco primo in graduatoria con 3.955 casi. Inoltre nel 2013, le persone effettivamente allontanate dall’Ue sono state 201.885, circa il 16,6 per cento in meno rispetto al 2008 (241.965). Una tendenza analoga si è avuta anche in Italia (diminuzione da 7.140 a 5.860, ovvero -17,9%), che si è attestata solo al 12° posto tra gli Stati membri.
Richiedenti asilo. Sono state 130 mila le persone sbarcate in Italia nei primi 9 mesi del 2014, almeno tremila sono state invece le persone morte nel tentativo di attraversare la frontiera. I migranti salvati da Mare nostrum, l’operazione della marina militare italiana, sono stati 127 mila(dato al 15 settembre, 150 mila secondo le dichiarazioni di ieri del responsabile ammiraglio Foffi). Mentre le richieste d’asilo nel 2013 nel nostro paese sono state 26.620 a fronte delle oltre 127 mila ricevute dalla Germania. Le persone presenti nei centri di accoglienza a fine settembre 2014 sono 61mila: 32.471 nelle strutture temporanee, 18.697 nell’ambito del sistema Sprar e 10.368 distribuite tra Cara, Cda e Cpsa. Il dossier sottolinea inoltre che sono ancora pochissimi i ritorni assistiti, se ne contano solo poche centinaia di casi, a causa della scarsa disponibilità di fondi, mentre la necessità è potenzialmente molto estesa.