Scende l'odio on line contro gli omosessuali. “Merito della legge Cirinnà"
- La sindaca di Torino Chiara Appendino che si impegna a dare pieno riconoscimento ai bambini delle coppie omosessuali. Il Governatore di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che nega il patrocino del Pirellone al gay pride perché “manifestazione divisiva”. Il Bundestag che parifica le unioni omosessuali a quelle eterosessuali. E infine un'aggressione in pieno centro a Bologna contro uno studente inglese di 22 anni, che viene derubato e picchiato da due coetanei perché ha “l'aria da frocio”. Fra 2017 e 2018 è sempre accaduto durante casi di cronaca nazionale e internazionale che Twitter ha registrato i picchi di astio verso persone appartenenti alla minoranza Lgbtq. È quello che emerge dal focus su questa categoria di persone dentro “La Mappa dell'intolleranza”, la radiografia annuale di Vox - Osservatorio italiano sui diritti, elaborata in collaborazione con le università Statale e Cattolica di Milano, la Sapienza di Roma e la “Aldo Moro” di Bari. Per la prima volta, da quando il monitoraggio sul social network è in atto, si assiste a un'inversione di tendenza: i tweet contro le persone omosessuali sono calati dai 35 mila del 2016 ai 22 mila del 2017-2018, nonostante la base dati di quest'anno sia molto più amplia (6,5 milioni di “cinguettii”) rispetto a quella dell'ultima rilevazione (2,5 milioni).
Merito della legge Cirinnà sulle unioni civili. Ne è convinta Marilisa D'Amico, ordinario di Diritto costituzionale all'Università degli studi di Milano e co-fondatrice di Vox – Osservatorio italiano sui diritti che il 25 giugno ha moderato la serata di presentazione delle nuove mappe dell'odio elaborate dall'osservatorio. “Le buone leggi promuovono un cambiamento nella società – afferma la docente milanese –. Quando è chiaro che lo Stato non si pone come nemico rispetto ad alcune categorie sociali allora per queste si afferma un principio di tolleranza. È successo con la legge Cirinnà”. La professoressa di Diritto costituzionale nota anche come “nella primavera 2016” in pieno dibattito parlamentare “i tweet omofobi siano aumentati per numero e aggressività”, una dinamica classica del polarizzarsi delle posizioni politiche. Dopo l'approvazione del disegno di legge, il 20 maggio di quell'anno, sono diventate abituali “le celebrazioni, la manifestazione di una normalità per la coppia omosessuale” afferma la docente, come se la nuova legge avesse avuto un effetto traino anche sulle coscienze dei cittadini.
Le leggi che inducono un cambiamento non sono molte perché spesso inseguono smottamenti in atto nella società. D'Amico a titolo di esempio rievoca le norme “su aborto e divorzio negli anni '70: leggi che non riconoscevano solo un diritto ma anzi lo promuovevano come forma di autodeterminazione femminile”. Discorso simile per la carta costituzionale, nel passaggio all'articolo 29 che “sancisce la parità morale e giuridica dei coniugi – spiega la docente –. Un principio assolutamente estraneo negli anni '40 alle dinamiche della società patriarcale che però anticipava un diritto”. Cala l'omofobia online ma D'Amico invita a non abbassare la guardia: “Sono calati i tweet a contenuto discriminatorio ma non l'omofobia adolescenziale fatta sopratutto di atti di bullismo anche sui social. Le due città che mostrano la maggiore concentrazione di questi contenuti sono Roma e Milano. Non dipende dalla popolazione o dalla diffusione di Twitter nelle due principali città italiane, perché le mappe elaborate da Vox tengono conto di questi numeri “tarando” il dato sulla densità di utenti che usano il social nelle diverse aree metropolitane. (Francesco Floris)