Sclerosi multipla e contratti lavoro, Aism: troppa disparità
ROMA - "Dall'analisi svolta emerge una crescente attenzione al tema della sclerosi multipla e, piu' in generale, delle gravi patologie all'interno della Contrattazione Collettiva di primo livello, mentre ancora sfumati e non sempre incisivi appaiono i riferimenti alla condizione di disabilita' e allo stato di handicap, anche se tale materia richiede un approfondimento rispetto agli effetti concreti prodotti dalle disposizioni analizzate. Nello stesso tempo le disposizioni riferite alle gravi patologie e alla stessa sclerosi multipla risultano spesso non uniformi e risentono di problematiche definitorie o dell'uso di concetti, formule e categorie non immediatamente suscettibili di un'applicazione operativa". E' quanto emerge dall'incontro organizzato da Aism a Roma su 'Sclerosi multipla, disabilita' e lavoro'.
Inoltre, si spiega, si puo' riscontrare una tendenza diffusa ad un generale riconoscimento della sclerosi multipla e delle gravi patologie nel quadro delle disposizioni attinenti la malattia, con particolare riferimento al prolungamento e sospensione del comporto, mentre l'attenzione a sclerosi multipla e gravi patologie all'interno di altri istituti (vedasi aspettativa, cessione di ferie, permessi etc.) pare ancora poco strutturata e, rispetto a tali istituti, non si puo' individuare l'esistenza di un corpus consolidato e omogeneo da cui attingere come base comune per gli sviluppi futuri. Ancor piu' campo da esplorare risulta quello del welfare contrattuale, all'interno del quale in ogni caso gia' emergono riferimenti e spunti interessanti a tutela delle condizioni di sclerosi multipla e legate a gravi patologie.
Sulla base di tali considerazioni, Aism ritiene che il lavoro di partenariato con i sindacati e le parti datoriali sulla Contrattazione Collettiva nazionale ai fini della piena applicazione della specifica call to action dell'Agenda della Sclerosi Multipla 2020 '6.2 Coinvolgimento delle parti sindacali e datoriali per una Contrattazione Collettiva e aziendale che favorisca forme di flessibilita' per la conciliazione dei tempi vita-cura-lavoro per le persone con Sm' possa nei prossimi anni concentrarsi sulle seguenti linee di lavoro:
1 - diffusione progressiva in sede di rinnovo e di adozione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro di primo livello degli istituti legati alle ferie, congedi e permessi, cosi' come alla cessione delle ferie, per quanto riguarda piu' strettamente il campo della Sm;
2 - normalizzazione delle definizioni - con particolare riferimento ai concetti di grave patologia e terapia salvavita - in modo da favorire un'applicazione piu' semplice e immediata delle disposizioni senza necessita' di ricorrere ad interpretazioni e/o certificazioni di terze parti (spesso non sono evidenziati nella Contrattazione Collettiva i soggetti preposti a tali certificazioni);
3 - estensione progressiva del riferimento alla sclerosi multipla e malattie gravi ad altri istituti, che non siano soltanto quelli del comporto, ma anche aspettative, permessi, ferie, flessibilita', nonche' anche soluzioni innovative previste dalla normativa nel frattempo intervenuta - vedi lo smartworking - andando ad accrescere le tutele gia' introdotte dalla normativa (si pensi al recesso a 90 giorni rispetto all'utilizzo dello smartwork su base volontaria della persona con disabilita') e prevedendo un'applicazione piu' ampia anche nella valorizzazione del concetto di smartworking come accomodamento ragionevole.
4 - in ultimo, ma ritenuto ancora piu' centrale, un utilizzo piu' consapevole non soltanto in termini di frontiera culturale o di adempimento di un obbligo giuridico del concetto di disabilita', che tuttavia si ritiene potra' essere pienamente realizzato nel momento in cui venga preventivamente definita la riforma del sistema di riconoscimento della disabilita' (di cui alla Convenzione Onu programma di azione governativo linea d'intervento).
In questo modo, dice ancora Aism, sara' possibile estendere conquiste maturate nella Contrattazione Collettiva per specifiche patologie e/o blocchi di patologie a categorie piu' ampie anche assicurando una maggiore equita' e uniformita' nonche' il coinvolgimento di una platea di beneficiari piu' estesa. Sara' essenziale che sempre di piu' le parti sindacali e datoriali assumano la capacita', gia' sperimentata con successo in molti casi, di lavorare in modo stretto ed integrato con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilita'. (DIRE)