10 aprile 2015 ore: 16:22
Economia

Sconfiggere la povertà in Italia, associazioni e 5 stelle a confronto

La prima firmataria del “Reddito di cittadinanza” del movimento di Grillo spiega la misura a sostegno delle persone a rischio e che costerebbe 16 miliardi l’anno. Cristiano Gori, ideatore del Reis (7 miliardi a regime), analizza le profonde differenze con la proposta dell’Alleanza contro le povertà
Antonio Scattolon/A3/Contrasto Povertà, senza dimora, uomo addormentato dietro persone

- ROMA - Di povertà negli ultimi anni si parla molto in termini astratti o emozionali, ma molto meno delle misure concrete per sconfiggerla. Soprattutto in Parlamento. Dove tuttavia si fanno strada faticosamente alcune proposte. Il Movimento 5 Stelle ha fatto fin dall’inizio un suo cavallo di battaglia dell’idea del Reddito di cittadinanza, che nelle prossime settimane dovrebbe essere rilanciato in grande stile con una manifestazione (una "marcia contro la povertà") di cui non si conoscono ancora i dettagli. Da oltre un anno, invece, la proposta del Reddito di inclusione sociale elaborata dalla Alleanza contro la povertà - un gruppo di 30 sigle, tra associazioni, centri di ricerca, istituzioni e sindacati - si sta facendo strada anche a livello politico.

Ma quali sono le differenze tra le due proposte? Lo abbiamo chiesto alla relatrice del reddito di cittadinanza, la senatrice del M5S Nunzia Catalfo, e all’ideatore del Reis, Cristiano Gori.

Per Catalfo, la principale differenza tra le due misure è nella presa in carico dei beneficiari: per il Movimento 5 stelle va privilegiato l’inserimento lavorativo, quindi è da assegnare in larga parte ai Centri per l’impiego e solo nel caso di problemi di emarginazione affidarla ai comuni. C’è poi la questione del terzo settore, cruciale nella proposta del Reis, ma marginale o se non del tutto assente nella proposta dei grillini, che lo vedono protagonista solo nei casi già consolidati, laddove i servizi sono già accreditati a svolgere le azioni di cui si dovranno fare carico i comuni.  Una proposta, quella del M5s, del tutto opposta a quella dell’Alleanza contro la povertà che Catalfo ritiene “pericolosa” oltre che lontana da una “gestione virtuosa e organizzata sia del beneficio che del beneficiario".

Al Movimento fondato da Beppe Grillo, Gori riconosce un ruolo cruciale nel tenere vivo il tema della povertà dentro l’agenda politica, ma è piuttosto netto nell’individuare le quattro differenze profonde tra le due proposte. La prima riguarda la diversità del target che ci si propone di raggiungere: le persone in povertà relativa secondo il M5S (cioè circa 10 milioni di persone); le persone in povertà assoluta per i promotori del Reis (cioè 6 milioni); platee differenti che determinano ovviamente la necessità di risorse economiche necessarie: 16 miliardi l’anno per il Movimento, 7 miliardi l’anno a regime per l’Alleanza. La seconda differenza riguarda i soggetti a cui sarebbe affidata la regia: centri dell’impiego nel primo caso, comuni nel secondo. Nessun coinvolgimento, inoltre, del terzo settore per i grillini, mentre invece il Reis prevede per esso un ruolo sostanziale. Infine il nodo di come introdurre la misura: immediatamente per il M5S, con gradualità nel caso del Reis.

Su RS, l’agenzia di Redattore sociale, leggi i due servizi completi:
Povertà, il Reddito di cittadinanza spiegato dal M5S: “Non è un’utopia”
Povertà, le 4 differenze tra il Reis e il “reddito di cittadinanza” del M5S

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