Scuola, a Caggiano (SA) mensa a km 0 e baratto dei prodotti del proprio orto
Nel dibattito sulla refezione scolastica che vede contrapposti i sostenitori del pasto libero, portato da casa e a basso costo, a quelli che invece preferiscono la scelta di un menu unico offerto dalla scuola irrompe la prassi in uso nel comune di Caggiano, 2.800 abitanti in provincia di Salerno al confine con la Basilicata.
Qui il costo procapite del servizio di refezione scolastica, con prodotti a Km 0, risulta addirittura la meta' di quello medio delle grandi citta', grazie alla formula del baratto che vede le famiglie in grado di conferire prodotti del proprio orto (pomodori, ortaggi, legumi, frutta ecc.) a scambiarli con le quote a proprio carico sulla base di un prezzario prestabilito. "Le mense a Km 0 - sottolinea Giovanni Caggiano, sindaco di Caggiano - hanno due grandi vantaggi: pasti legati alle specificita' del territorio e piu' genuini di quelli derivanti dall'impiego di prodotti industriali e costi minori per gli enti locali e conseguentemente per le famiglie".
A mettere in risalto la "soluzione" Caggiano e' l'Asmel, Associazione per la Sussidiarieta' e la Modernizzazione degli Enti Locali, che invita a puntare sulle mense a km 0 che, in base alla valutazione delle esperienze gia' attive, consentirebbero un risparmio fino al 50% dei costi, passando dalla media attuale di 5 euro a 2,5 euro. L'Asmel, che rappresenta 2400 enti locali di tutta Italia, e' convinta che la scelta di puntare su prodotti del territorio sia la soluzione migliore per promuovere qualita' ed economicita' al tempo stesso.
"La refezione scolastica a km 0, cioe' con prodotti del territorio, e' una prassi adottata gia' da alcuni Comuni italiani ed e' riuscita a mettere d'accordo genitori e istituzioni - afferma il segretario generale di Asmel Francesco Pinto - oltre che supportare e sviluppare l'economia del territorio" e la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha ammesso la possibilita' di portare il pasto da casa sembra andare proprio in questa direzione. Oggi il servizio delle mense scolastiche, che interessa 2,5 milioni di studenti delle scuole primarie, da 3 a 10 anni, e circa 500mila di quelle secondarie di primo grado, viene affidato ad una ditta esterna nel 90% dei casi ma, stando all'Asmel, oltre il 70% dei genitori non e' soddisfatto del rapporto qualita'-costo. Per l'associazione non sono da sottovalutare, inoltre, "le grandi disparita' tra Nord e Sud del Paese e tra le scuole dello stesso territorio". (DIRE)