Scuola, che ne sarà degli alunni con disabilità visiva? L’allarme di Uici
ROMA - Che futuro attende gli studenti con disabilità visiva, ora che le province non ci sono più? La domanda arriva da Uici, l’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che non nasconde la propria preoccupazione per “ritardi, rallentamenti, ridimensionamenti e, spesso vuoti nell’esercizio delle funzioni relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali, funzioni ora attribuite alle Regioni”.
Ed è sempre l’Uici a lanciare l’allarme per il prossimo anno scolastico: a due mese dalla riapertura delle scuole, “migliaia di alunni disabili visivi non sanno poi se potranno continuare a fruire dei servizi educativi integrativi, in ambito scolastico ed extrascolastico; dei servizi di trascrizione dei libri di testo in caratteri braille e in caratteri di stampa ingranditi; dei servizi di produzione e distribuzione degli ausili tiflodidattici e tifloinformatici; dei servizi di trasporto casa-scuola-casa e delle rette di frequenza degli Istituti specializzati”.
Per rompere il silenzio e l’incertezza che avvolgono la questione, il presidente dell’Uici Mario Barbuto ha inviato una lettera ai tanti interlocutori coinvolti, dal premier Renzi ai ministri Padoan, Alfano, Giannini, fino alla Conferenza delle regioni e a tutti i presidenti regionali, chiedendo chiarezza su due aspetti.
Primo, “gli interventi finalizzati all’assistenza, all’autonomia e alla comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali, realizzati attingendo allo stanziamento di 30 milioni di euro”. Secondo, “i criteri di riparto e il riparto del contributo di 70 milioni di euro disposto, per l’anno 2016, con la legge di stabilità, relativamente all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali”.
Uici avanza poi tre richieste alle istituzioni: primo, “che per l’esercizio delle predette funzioni, siano accantonati, a decorrere dal 2017, nei bilanci di tutte le Regioni e delle Province Autonome, fondi idonei a garantire livelli essenziali di prestazione in materia di assistenza educativa all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità visiva e in materia di servizi di supporto organizzativo all’inclusione scolastica”. Secondo, che “le funzioni siano attribuite alle Città metropolitane e alle Province/Enti di area vasta”. Terzo, che “in caso di affidamento a soggetti terzi dei servizi di assistenza, autonomia e comunicazione degli alunni con disabilità visiva, il personale impiegato sia in possesso di specifica formazione e che la qualità delle prestazioni rese sia monitorata, anche attraverso la rilevazione del livello di soddisfazione degli utenti”. Infine, che l’Uici stessa, “depositaria, per legge, della tutela e della rappresentanza degli interessi morali e materiali dei ciechi, sia tenuta come interlocutore permanente di riferimento per quanto attiene la progettazione delle attività integrative e dei servizi di supporto all’inclusione scolastica degli alunni in situazione di minorazione visiva, ai diversi livelli di competenza istituzionale e territoriale”.