Scuola inclusiva, Ianes: “Ecco come superare lo scetticismo”
ROMA – Torna a far discutere, il pensiero sull'inclusione scolastica firmato Galli della Loggia. In un nuovo articolo sul Corriere della Sera, “Il dibattito sulla scuola e la sfida dell'inclusione”, l'intenzione pare quella di voler chiedere scusa per essersi spiegato male nell'editoriale che, dieci giorni fa, aveva destato tanto scalpore. “Quando si sbaglia è giusto ammetterlo. E io ho senz’altro sbagliato quando ho voluto racchiudere una questione complessa come il principio d’inclusione in vigore nella scuola italiana in pochissime righe in margine ad una breve recensione”. Così l'incipit dell'ultimo articolo. In cui però conferma, sostanzialmente, le posizioni già espresse: “E' proprio sicuro che ad esempio, perlomeno nei casi gravi di disabilità intellettiva, di disabilità motoria, piuttosto che essere immersi in un ambiente totalmente altro assistiti da un incompetente non gioverebbe di più l’inserimento in un’istituzione capace di prendersi cura di simili casi in modo più appropriato e scientificamente orientato?”. In altre parole, Della Loggia invita a non escludere, ideologicamente, il ritorno a qualcosa che tanto somiglia alle scuole speciali. Soprattutto, vuole “sollevare il velo di retorica che solitamente ricopre il principio d’inclusione così com’esso è praticato nella nostra scuola, attirando l’attenzione sui suoi numerosi aspetti critici”. Rispolverando, in questo, anche la lezione di Barbiana, su quanto possa essere ingiusto “fare parti uguali tra disuguali”.
Che ci sia qualcosa di vero, nel pensiero critico di Della Loggia, lo ammette anche Dario Ianes, docente di Pedagogia dell'inclusione presso la Libera Università di Bolzano e tra i fondatori del Centro studi Erickson, convinto e appassionato sostenitore della scuola inclusiva, ma al tempo stesso consapevole di quanto ci sia da migliorare perché questa in effetti si realizzi. A Ianes abbiamo chiesto un parere sulle ultime riflessioni di della Loggia e, in particolare, sulle criticità della scuola dell'inclusione evidenziate nel suo articolo.
“Della Loggia ha dato voce a quelli che da tempo io chiamo gli 'inclusio scettici', ai quali ho dedicato anche un libro, qualche anno fa, scritto insieme a Giuseppe Augello. Che l'inclusione faccia fatica è chiaro a tutti: non possiamo nascondere questa realtà sotto il velo dell'ideologia, solo perché l'inclusione è un principio politicamente, civilmente ed eticamente valido, diventato patrimonio anche retorico della nostra scuola. Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, ma la soluzione non è certamente quella di tornare a un sistema separato. Lo scorso ottobre abbiamo realizzato una ricerca su 3100 persone (“Inclusione scolastica e sociale: Un valore irrinunciabile? Quanto è fattibile, efficace e condivisa nei suoi valori?”): agli intervistati – la maggior parte del campione ha esperienza (pluriennale) con le persone con disabilità - chiedevamo se non ritenessero meglio tornare a un sistema separato. Solo il 17 % del campione si diceva convinto di questo. Ma se uniamo questo 17% a quasi il 50% che dichiara che l'inclusione piena sia impossibile, emerge con chiarezza la grande quantità di scettici sul campo. E il mio timore più grande è che, a forza di difficoltà sul campo, anche i valori vadano in difficoltà. E si possa iniziare a pensare che l'inclusione non sia poi così importante. Qualcosa di simile è successo anche con la riforma Basaglia. Per fortuna, le reazioni a Galli della Loggia hanno ricompattato tutti sul valore dell'inclusione come principio. Dobbiamo comunque aiutare queste persone che stanno diventando scettiche per la fatica sul campo. Ma non saranno certo gli interventi di della Loggia ad aiutarli. Servono interventi diversi.
Per esempio, quali?
Noi, come università e come Centro Erickson ne stiamo studiando due: la prima è l'insegnante con Dsa. Stiamo rilevando una grande capacità inclusiva degli insegnanti con Dsa, sia dal punto di vista psicologico che didattico, grazie alle strategie sperimentate e messe in campo in prima persona. La presenza di questi insegnanti è un fiore all'occhiello da valorizzare. Un'altra proposta che stiamo portando avanti è quella sulla cosiddetta “cattedra inclusiva”: una vera e propria proposta di legge, che presenteremo il prossimo 25 gennaio alla Camera. Prevede, in poche parole, che tutti i docenti, nessuno escluso, abbiano la metà del proprio orario dedicato al sostegno: il 50% alla propria materia, il 50% al sostegno. Nel nostro sondaggio, il 75% circa si diceva favorevole a questa proposta, che si accompagna a un piano di formazione capillare. E' un modello che alcune scuole stanno già sperimentando con successo, in virtù dell'autonomia scolastica. D'altra parte, attualmente il 40% dei nostri insegnanti di sostegno manca di titoli e formazione. Crediamo fortemente che il sostegno sia e debba essere un impegno e una competenza di tutti e di ciascuno. Così, crediamo, si potranno superare buona parte delle criticità lucidamente evidenziate da Galli della Loggia, mettendo in campo soluzioni più praticabili e accettabili di quelle da lui indicate.