Scuola, Faraone: la scuola non è la casa del grande fratello
Roma - Non solo nuova alfabetizzazione informatica e musica, la scuola italiana che cambia, complice la riforma Buona Scuola, e' un'istituzione che "ha tutti gli strumenti per accontentare questi ragazzi".
Lo dice il Sottosegretario Davide Faraone a margine della presentazione all'istituto Tito Livio di Napoli del proeggto del Miur "Programma il futuro" pensato per promuovere il coding e il pensiero computazionale fra i banchi.
In tema di interventi sulla dispersione, Faraone ha sottolineato l'investimento di 440 milioni per il solo Mezzogiorno.
"Sono tutti interventi pero' che hanno bisogno del sostegno e dell'intervento delle scuole che autonomamente ci dicano cosa occorra in sinergia con il territorio, per cui lidea dell'autonomia e' questa. Con la riforma abbiamo fornito alle scuole strumenti e fondi per fare questo. Sei o sette docenti in piu' per istituto, raddoppiati i fondi per il funzionamento e molte risorse per la digitalizzazione. Tutte condizioni per far si' che la scuola sia realmente collegata alla societa'". A lungo, troppo a lungo, si e' pensato alla scuola come qualcosa altro alla societa'.
"Pensiamo al lavoro. Gli studenti - continua il Sottosegretario - entravano in contatto con il lavoro solo dopo la scuola, oggi c'e' l'alternanza scuola lavoro. Tutto questo ci rende la possibilita' di rendere le scuole piu' appetibili".
Il valore dell'autonomia e' questo, "l'avevamo scritto sulla carta ora abbiamo dato alle scuole gli strumenti per farlo".
"La scuola non e' piu' la casa del grande fratello distinta da quello che c'e' fuori ma deve essere collegata alla societa' in tutti i suoi aspetti dal lavoro allo sport".
Ambizione del Governo e' favorire la formazione dei cittadini italiani nel momento in cui si fa formazione. "È una grossa responsabilita' - conclude Faraone - che ci prendiamo perche' pensiamo la scuola sia all'altezza".
(DIRE)