Scuola, salvi gli scatti dei docenti ma ''pagano studenti e famiglie''
ROMA – “La decisione del ministero dell’Economia di riprendersi i soldi riguardanti gli scatti del 2012 comporterà comunque un danno al mondo della scuola. Solo che anziché produrlo ai lavoratori, si attuerà nei confronti di studenti e famiglie. L’istruzione pubblica, infatti, verrà ulteriormente ridimensionata in termini di performance e servizi”. La denuncia viene da Marcello Pacifico, presidente di Anief. L’associazione professionale sindacale in una nota spiega che “la decisione del Governo di non far restituire a 90 mila insegnanti i 150 euro degli scatti automatici già a loro assegnati rappresenta un passo in avanti, ma non cancella il danno che lo Stato continua a perpetrare nei confronti della scuola pubblica”. Infatti, “i 350 milioni di euro necessari a pagare gli aumenti in busta paga dei lavoratori, così come ieri deciso a Palazzo Chigi, verranno prelevati dal Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, che serve a finanziare le attività e i progetti a supporto della didattica, in particolare nelle aree a rischio”.
Il sindacato ricorda che già lo scorso anno, sempre per finanziare gli scatti del personale, furono tagliati 340 milioni destinati all’offerta formativa: circa 275 milioni furono sottratti dal fondo di istituto e 65 da altri soldi già stanziati per le attività a supporto della didattica. Con il conseguente “ridimensionamento dei progetti a sostegno delle scuole dove la dispersione degli studenti è alta, delle funzioni strumentali e degli incarichi specifici del personale docente e Ata, dell'attività motoria, dei finanziamenti per le competenze accessorie del personale comandato”.
Ancora una volta, quindi, per i dirigenti delle 8.400 scuole italiane, alle prese con sempre maggiori problemi di fondi e finanziamenti statali, diventerà sempre più frequente doversi affidare al buon cuore delle famiglie degli alunni. Anche per comprare materiale scolastico di primaria necessità come la carta igienica, i gessetti per le lavagne, i toner, l’assistenza per i computer e via dicendo. Come, anche, per l’attivazione dei progetti a sostegno della didattica.
Tutto questo, poi – aggiunge Pacifico, che riveste anche la carica di segretario organizzativo di Confedir, la Confederazione autonoma dei dirigenti, quadri e direttivi della pubblica amministrazione – “per realizzare una soluzione provvisoria che non risolve in modo definitivo il problema del blocco degli scatti automatici e delle progressioni di carriera. Al Governo – conclude - fanno ormai sempre lo stesso gioco: si continua a tirare una coperta, ora da una parte ora dall’altra, che col passare del tempo è diventata assai corta”. (ep)