26 gennaio 2019 ore: 11:35
Immigrazione

Sea Watch 3. L'appello delle associazioni: “Fateli scendere”

Sempre più numeroso il coro di voci che chiede lo sbardo immediato delle 47 persone a bordo dell’imbarcazione ferma a poca distanza da Siracusa. ActionAid: “Tutte le persone migranti, inclusi gli adulti, devono avere tutele e accesso ai diritti”. Save the Children: “Hanno già subito abbastanza violenze durante il viaggio per arrivare in Italia”
Credit: Fabian Melber/ Sea-Watch.org Sea-Watch in mare

Credit: Fabian Melber/ Sea-Watch.org

box ROMA - “Fateli scendere”. È questo l’appello lanciato da associazioni e cittadini che da stamattina sono riuniti in un presidio nei pressi di Siracusa per chiedere lo sbarco immediato delle persone a bordo della Sea Watch 3, ancora bloccata a poca distanza dalle coste siciliane. Ora dopo ora si moltiplicano le richieste di intervento rivolte alle autorità competenti. Da Unicef all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, da ActionAid a Save the Children, tutti chiedono di mettere fine a questa vicenda che vede coinvolti 47 migranti soccorsi ormai una settimana fa al largo delle coste libiche.

“Tutte le persone a bordo della Sea Watch vengano immediatamente fatte sbarcare in un porto sicuro, senza essere lasciate ulteriormente senza una destinazione”. È quanto chiede ActionAid presente al presidio organizzato oggi. “Da alcuni giorni sulla nave Sea Watch vi sono 47 persone - spiega una nota dell’organizzazione -, tra cui alcuni minori non accompagnati. Insieme ad altre organizzazioni, ActionAid si è mobilitata per chiedere all’Italia e all’Europa che queste persone fossero sbarcate in un porto sicuro”.  Da venerdì ActionAid è presente con staff e attivisti a Siracusa. “Oggi l’organizzazione si mobilita insieme all’amministrazione - aggiunge la nota -, alle tante associazioni e ai singoli cittadini per chiedere lo sbarco immediato di tutte le persone a bordo della nave. Un’amministrazione che,  insieme alle associazioni locali, ha dato una forte testimonianza di accoglienza e solidarietà”. Bene, per ActionAid, la possibile disposizione di sbarco che la Procura dei Minori di Catania ha richiesto nei confronti dei minori presenti sulla nave. “Riteniamo fondamentale la tutela dei minori e accogliamo con molto favore la richiesta della Procura - sottolinea ActionAid - tuttavia evidenziamo il pericolo di questa opzione politica che si è configurata in altre vicende: crediamo infatti che tutte le persone migranti, inclusi gli uomini adulti debbano avere tutele e accesso ai diritti. Per questo ActionAid chiede che tutte le persone a bordo della Sea Watch vengano immediatamente fatte sbarcare in un porto sicuro, senza essere lasciate ulteriormente senza una destinazione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Andrea Iacomini, prtavoce dell'Unicef Italia. “Siamo consapevoli che l'intransigenza sulla questione degli sbarchi nei porti italiani sia dettata da un'esigenza di coerenza rispetto a un programma politico, e non da altro - spiega Iacomini  -. Nessuno ragionevolmente può pensare che il governo italiano o suoi singoli esponenti non abbiano a cuore la vita e la salute di altri esseri umani. Si tratta di una questione di principio, come del resto affermato espressamente dagli stessi ministri coinvolti. Ma anche le richieste di non protrarre la sofferenza delle persone soccorse e di concedere loro un porto sicuro in tempi rapidi derivano dall'esigenza di essere coerenti a qualcosa: al diritto internazionale, alle convenzioni sui diritti umani, alla stessa Costituzione Italiana  - norme e principi ai quali l'Italia si è liberamente e sovranamente vincolata nel corso della storia della Repubblica”. Se quindi si tratta di “una questione di principio mantenere chiusi i porti - continua Iacomini -, lo è anche chiedere che queste persone - i bambini e le donne innanzitutto - siano accolte tempestivamente e con dignità. Si tratta di decidere quale dei due principi sia superiore all'altro e debba prevalere”. 

A chiedere lo sbarco immediato dei minori è anche Save the Children. “Occorre dare immediata risposta alla richiesta della Procura dei Minori di Catania relativa allo sbarco dei minori a bordo della Sea Watch 3, in ottemperanza a quanto previsto dalla Convenzione Internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza - dichiara Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. Questi ragazzi hanno già subito abbastanza violenze e soprusi durante il loro viaggio per arrivare in Italia e sono particolarmente vulnerabili a causa delle sofferenze patite”. Secondo Milano, ogni minuto in più passato sulla nave “rischia di lasciare tracce indelebili in questi ragazzi, che porteranno con loro per tutto il resto della vita. Nel trentennale dell’adesione dell’Italia alla Convenzione Internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ci troviamo costretti a ribadire il principio fondamentale che i bambini e i ragazzi vengono prima di tutto e le vite e la dignità umana non possono mai essere il prezzo da pagare sullo scacchiere della politica internazionale. I nostri operatori sono pronti ad intervenire per dare loro tutto il supporto di cui hanno bisogno”.

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