5 maggio 2014 ore: 13:05
Immigrazione

Sempre meno siriani diretti nel nord Europa passano dal Brennero

Fino a novembre 2013, sono in 1.600 i profughi transitati dal valico che collega Italia e Austria. Poi solo poche decine, a causa del giro di vite della polizia di frontiera austriaca che ha aumentato i respingimenti. Ecco come cambiano le rotte
Profughi siriani, rifugiati, famiglia in fuga

MILANO – Cambiano le rotte dei profughi siriani diretti verso il Nord Europa. Fino a novembre 2013 i transiti accertati lungo il valico del Brennero dei profughi siriani sono stati 1.600. Da allora ad oggi i respingimenti sono stati di poche decine. Lo dice Andrea Tremolada, responsabile del centro di accoglienza della ex caserma Gorio a Bolzano, gestito dalla onlus Volontariatus: "La polizia austriaca è diventata ancora più intransigente, i profughi lo sanno e la evitano".

La città, però, resta uno snodo della rotta dei migranti, seppur meno trafficato. Dal 21 marzo, data dell'inizio del progetto nazionale di emergenza profughi attivita dal Ministero dell'Interno attraverso le prefetture, a Bolzano sono state accolte 145 persone. Oggi ne restano 73 provenienti da Nigeria, Ghana, Gambia, Senegal, Mali e Bangladesh: "Tutti gli eritrei, invece, se ne sono andati – aggiunge Tremolada – il fatto che non ritornino fa pensare che ce l'abbiano fatta". Sabato 3 maggio sono arrivati gli ultimi 25 ospiti del centro. Essere a Bolzano, anche se in un centro d'accoglienza, per loro è solo un vantaggio per la loro corsa al nord: solo una minoranza sceglie di chiedere protezione internazionale a Bolzano.

Anche alla Caritas, su una settantina di arrivi, solo 30- tutti del Gambia - hanno deciso di restare. "Molti dicono di avere parenti in altri Paesi europei", racconta Leonhard Voltmer, di Caritas Bolzano. Così ripartono, soprattutto in treno, a volte verso Milano, città dove sanno di poter raggiungere le destinazioni che più gli interessano. Voltmer da novembre ha proposto alla Questura di Bolzano di poter dare a disposizione un appartamento alle famiglie respinte alla frontiera. "Non hanno voluto farlo perché da un lato ci sono posti di accoglienza a Bolzano e dall'altro i poliziotti non vogliono aiutare in modo indiretto i passatori", aggiunge. Gli "scafisti di terra" paiono più in ombra di ottobre 2013, quando erano scelti come mezzo di trasporto prediletto dai profughi diretti a nord. (lb)  

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