Senza dimora, a Palermo apre il secondo dormitorio pubblico
PALERMO - Ha stanze molto ampie, finestre luminose con vista mare e pareti colorate. Si presenta così il secondo dormitorio pubblico di Palermo che questa mattina ha aperto i battenti. L'immobile che ospiterà 24 persone in situazione di grave marginalità sociale, di proprietà comunale, si trova nella popolare borgata di via Messina Marine. Oltre all’accoglienza notturna con la cena, presso il dormitorio vengono garantiti igiene personale, prima colazione, lavanderia e fornitura abbigliamento. Il dormitorio prevede 24 posti letto totali, di cui 6 destinati alle donne e 18 agli uomini con sei bagni e 4 docce. L’ingresso è previsto esclusivamente a seguito di valutazione ed invio degli operatori dell’unità operativa “Pronto intervento sociale” fatta eccezione per 3 posti (2 per uomini e 1 per donna) da destinare a persone da accogliere in emergenza su segnalazione delle unità di strada che operano sul territorio. È predisposto, inoltre, un posto letto per l’accoglienza di una persona con problemi di salute che necessita di spazio più riservato. Quattro operatori faranno i turni dalle ore 19 alle 8 del mattino.
L'accoglienza è prevista per un periodo di 30 giorni prorogabili due volte anche fino a 90 giorni se la persona in piena collaborazione entra gradualmente nella consapevolezza di farsi aiutare nell'ambito dei suoi bisogni. Fra qualche mese all'interno della struttura si attiverà pure un centro diurno. L’apertura della struttura è il risultato di una collaborazione tra pubblico e privato sociale: l’assessorato alla Cittadinanza Sociale e 12 associazioni del privato sociale. L’istituto Don Calabria che ha il coordinamento generale delle attività lavorerà insieme a Croce Rossa Italiana, Cammino d’Amore, LeAli, Francesco Perez, Laboratorio Zen Insieme, Apriti Cuore onlus, comunità di S. Egidio, AGESCI Conca d'oro, Avvocati di strada, Centro di Accoglienza Padre Nostro, Fondazione Ebbene.
A partire da oggi sono già state accolte le prime 8 persone. Tra gli accolti c'è Mimmo, una persona in difficoltà di quasi 60 anni che per 4 anni ha vissuto sempre in strada e in posti di fortuna. "Sono contento perchè è un posto molto bello - dice -. Il mio obiettivo però è quello di aspettare il tempo necessario che mi permetterà di prendere la pensione lavorativa che mi spetta per potere stare anche con mia figlia. Nella vita ho fatto alcuni errori da cui mi sono ripreso. La mia passione è quella di scrivere poesie". "La permanenza notturna oltre che dare una prima risposta all’emergenza - spiega Marco Guttilla assistente sociale e referente coordinatore del dormitorio di Don Calabria - tende ad attivare momenti di tipo relazionale con la finalità di aiutare gli ospiti ad elaborare un percorso individualizzato di cambiamento. Tra queste prime 8 persone abbiamo una donna eritrea che ha una gamba amputata che ha bisogno di cure. Dei 7 uomini abbiamo anche un giovane di 24 anni con uno stato di fragilità, un'altra persona che dopo la reclusione in carcere si è trovato solo e qualcuno che ha qualche problema di dipendenza. Lavorare con 24 persone ci darà la possibilità di farle uscire dal loro stato di emarginazione".
All'inaugurazione oltre al sindaco e ai diversi rappresentanti delle associazioni coinvolte erano presenti anche l'ex assessore Agnese Ciulla e il neo assessore alla cittadinanza sociale e beni comuni Giuseppe Mattina. "Il presupposto fondamentale è che non abbiamo numeri ma persone che devono essere aiutate in vario modo a ritrovare la loro dignità - ha detto il sindaco Orlando -. E' il secondo dormitorio pubblico che apriamo grazie al proficuo rapporto di collaborazione tra pubblico e privato. Nei prossimi mesi prevediamo di aprire altri 3 dormitori sempre in una logica non assistenziale ma di aiuto all'autonomia e in una prospettiva di collaborazione di rete tra pubblico e privato sociale".
"Con i nostri volontari metteremo a servizio tutta la nostra esperienza -afferma Mariangela Di Ganci presidente di Zen Insieme -. La nostra scelta di attivarci anche in questo modo è una bella scommessa perché l'idea è che anche chi si trova ai margini o in situazione di deprivazione può aiutare chi sta più male. Le nostre donne dello Zen hanno montato le tende delle stanze. Ci piace l'idea che il povero possa aiutare chi sta peggio di lui nell'ottica dell'orizzontalità".
La metodologia di intervento si articola attraverso l’identificazione di macro-obiettivi: garanzia di una risposta ai bisogni primari di ricovero notturno e di igiene personale in uno spazio protetto e tutelato; offerta di percorsi di orientamento, affiancamento e accompagnamento all’acquisizione dei diritti di cittadinanza ed alla fruizione di tali risorse e servizi, in particolare quelli sociali e/o sanitari; offerta di sostegno umano, esistenziale e professionale in funzione del recupero del proprio benessere inteso come soddisfacimento dei bisogni esistenziali oltre che relazionali. (set)