Senza dimora, a Roma sgomberi e cancelli. “Allontanati dagli occhi gli ultimi”
Lo sgombero in viale Pretoriano
ROMA - “Vasta operazione anti degrado: in viale Pretoriano e in via di Santa Bibiana rimosse circa 30 tende e identificate 19 persone. Avviate le opere di pulizia e ripristino del decoro: è quanto riferito dalla Polizia Locale di Roma Capitale, che ieri è intervenuta con decine di agenti per il “ripristino del decoro in due importanti aree nella zona circostante la stazione Termini, oggetto già in precedenza di diverse operazioni anti degrado. Le attività, svolte in collaborazione con il personale del Commissariato Viminale della Polizia di Stato, hanno portato all’identificazione di 19 occupanti, prevalentemente di origine africana, nove dei quali privi di documenti e quindi sottoposti ai controlli di rito. Nei confronti delle persone presenti, di età compresa tra i 30 e i 45 anni, sono state attivate le consuete procedure di assistenza da parte della Sala Operativa Sociale, presente unitamente a personale di Ama, del Dipartimento SIMU e dell’Ufficio Speciale Decoro Urbano di Roma Capitale. Ultimate le opere di pulizia, saranno avviati i lavori delle ditte incaricate, per mettere in sicurezza le aree e scongiurare ulteriori occupazioni abusive”. A questo serviranno le cancellate, che saranno posizionate sul marciapiede: nel frattempo, l'area è stata recintata con barriere temporanee.
L'operazione è avvenuta in presenza della sala operativa sociale. “Gli operatori dell'unità di strada hanno supportato e monitorato, come sempre accade in queste situazioni, la presenza di persone in particolare stato di fragilità – ha assicurato con una nota l'assessora capitolina alle Politiche sociali, Barbara Funari - Per quanto riguarda il cancello dell'area di viale Pretoriano, si ricorda che la sua realizzazione era già prevista da tempo, in quanto prosecuzione di una cancellata già esistente che insiste su un manufatto di valore storico artistico. L' operazione di oggi è il seguito di decisioni già concordate. Come nelle scorse volte, per la maggior parte delle persone presenti in quell'area, è complesso offrire soluzioni per l' accoglienza, senza documenti. Diversi di loro infatti sono stati portati dalle forze dell'ordine a via Patini per l'identificazione".
Baobab: “Sgomberate persone che hanno diritto ad accoglienza”
Critiche le associazioni che, nel quartiere e in città, si occupano di offrire supporto alle persone migranti, richiedenti asilo e senza dimora. Così il presidio Baobab Experience: “Lo sgombero non è mai la soluzione. Le operazioni antidegrado sono il dito, la luna è come abbiamo spinto le persone sgomberate alla marginalità sociale. La sala operativa sociale era presente per assistere le persone allontanate, ma chiunque a Roma si batte per l'accoglienza sa bene che i centri sono al massimo della loro capacità – denuncia Baobab - Non ci sono posti neanche per le donne con bambini piccoli. È stato uno sgombero senza soluzioni alternative, fatto solo per spingere lontano dagli occhi e dal cuore della città gli ultimi della Capitale – continua Baobab - E chi conosce la tendopoli di Castro Pretorio sa bene che per molte delle persone allontanate è troppo tardi oggi per ricevere un posto in accoglienza pubblica. Sono persone che quel posto di accoglienza avrebbero dovuto riceverlo anni fa, quando invece sono state respinte, isolate, abbandonate, umiliate, lasciate per mesi e per anni in strada, senza documenti, senza tutele”.
Il tema quindi è quello dell'accoglienza e del riconoscimento dei diritti, a partire da quello alla protezione: “Per chi vuole richiedere asilo in Italia, le frontiere interne possono essere spietate – ricorda Baobab - Anni per ottenere un documento significano anni senza poter lavorare legalmente, senza un tetto sulla testa, senza presente né futuro. Potremmo fare un elenco infinito di persone arrivate in Italia dopo un viaggio devastante , disseminato di violenze e perdite e che una volta giunte in Italia sono state piegate dalle vessazioni continue della burocrazia e dell'amministrazione capitolina. Ragazzi che credevano di avercela fatta, di essere sopravvissuti al deserto, al mare, ai lager libici e che invece hanno trovato muri inaspettati lì dove avrebbero dovuto trovare protezione. Abbiamo visto donne e uomini che, dopo anni di strada e invisibilità, si sono spenti, hanno sviluppato psicosi, sono caduti nelle dipendenze , si sono tolti la vita. Lo sgombero di ieri è solo l'ultima delle violenze”.
Polo Civico Esquilino, “ignorate le soluzioni alternative”
Poleis – Polo civico Esquilino, che aggrega oltre 40 associazioni del territorio, “esprime la sua totale aberrazione e contrarietà rispetto a quanto avvenuto questa mattina, in viale del Pretoriano. Il maxi sgombero, paventato nelle settimane scorse e contro il quale il Polo aveva da subito espresso totale e assoluta contrarietà, fornendo un elenco dettagliato di soluzioni alternative per restituire dignità alle persone e al quartiere, rappresenta l'ennesimo atto prevaricatorio di un modo di fare politica che sembra non conoscere più il significato di accoglienza e solidarietà e che agisce sull'onda di paure immotivate, una politica incapace di distinguere i bisogni delle persone dalla criminalità, una politica senza aderenza con il territorio, incapace, forse, o comunque senza volontà di ascolto. Temiamo che lo sgombero di oggi sia l'assaggio di quello che avverrà , l'installazione delle cancellate, che il Polo non accetterà passivamente, e contro le quali non smetterà mai di chiedere un passo indietro”.
Intanto, “una delegazione del Polo Civico ora è per strada, vicino a ragazzi che se prima avevano poco, ora hanno niente. Tutto è stato buttato nel macero dell'incuria e dell'indifferenza. Perché la dignità, in questa città, si spazza via più velocemente della carta. Sono settimane che pubblicamente si è chiesta l'apertura di un tavolo di concertazione con il Comune e con il Municipio sul tema dell'accoglienza, un tavolo che potesse rappresentare l'inizio di un percorso condiviso e costruttivo da compiere e costruire insieme, associazionismo e istituzioni. La richiesta è caduta nel vuoto e al contrario le operazioni di ostilità hanno subito una netta accelerazione”.