2 ottobre 2014 ore: 10:21
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Servizio civile agli stranieri, si pronuncerà la Corte Costituzionale

Per la Cassazione l'esclusione degli stranieri potrebbe essere discriminatoria e anticostituzionale. Ma sarà la suprema corte a chiarire definitivamente la vicenda, dopo tre anni di cause in diversi tribunali
Ragazzi servizio civile anche stranieri

MILANO - Toccherà alla Corte Costituzionale stabilire se i giovani stranieri possono svolgere il servizio civile. Dopo tre anni di cause e ricorsi nei tribunali di Milano e Brescia, dovrà stabilire una volta per tutte se è discriminatorio il fatto che i bandi per il reclutamento siano riservati solo "ai cittadini italiani". La sezione unite della Corte di Cassazione ha deciso il primo di ottobre, con un'ordinanza, di rimettersi al giudizio della Corte Costituzionale. La vicenda giudiziaria ha inizio il 20 settembre del 2011, quando la emana il bando per la selezione di 10mila volontari per il servizio civile. Syed Tanwyr, pakistano, 25 anni e da 15 in Italia, decide di fare ricorso al Tribunale del lavoro di Milano, insieme all'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e Avvocati per niente. Vince il ricorso. Il Governo italiano ricorre in appello e anche qui perde: siamo nel 2013 e il giudice ordina che il bando sia riaperto. 460 stranieri fanno domanda, 90 passano e riescono così a svolgere il servizio civile. Nel frattempo altri giovani stranieri avevano fatto ricorso nei tribunali e a Brescia perdono: secondo i giudici il bando non è discriminatorio, il sevizio civile possono farlo solo i cittadini italiani. La causa di Syed finisce in Cassazione, anche se lui intanto è diventato cittadino italiano. I giudici della Cassazione decidono comunque di affrontare la questione, perché appunto riguarda tanti giovani stranieri.

Il punto del contendere è semplice. Il decreto legislativo n.77 del 2002, che disciplina il servizio civile, all'articolo 3 prevede che siano ammessi "a svolgere il servizio civile i cittadini italiani". Secondo Avvocati per Niente e Asgi è un articolo discriminatorio, contrario alla Costituzione, perché all'articolo 2 prevede che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale". Un dovere di solidarietà che riguarda tutti quelli che vivono in Italia, quindi anche gli stranieri. Il Governo italiano invece si oppone perché sostiene che il servizio civile rientra nell'ambito della "difesa della Patria" (previsto dall'articolo 52 della Costituzione) e pertanto è riservato a chi ha la cittadinanza italiana.

I giudici della Corte di Cassazione hanno pertanto deciso che solo la Corte Costituzionale potrà stabilire se quell'articolo 3 della legge sul servizio civile è discriminatorio o meno: "Il dubbio di costituzionalità appare rilevante e non manifestamente infondato", scrivono nell'ordinanza. In particolare sottolineano come "l'esclusione dei cittadini stranieri preclude allo straniero il pieno sviluppo della sua persona e l'integrazione nella comunità d'accoglienza, impedendogli di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale". Si tratta "di un'esclusione non proporzionata né ragionevole", scrivono i giudici della Cassazione. Infine, la difesa della Patria dell'articolo 52 della Costituzione, non va letta in senso restrittivo (solo i cittadini italiani), ma come "norma di garanzia, nel senso che a nessun cittadino possa essere riservato il privilegio di una esenzione immotivata dall'obbligo di leva": quindi nessun cittadino italiano può tirarsi indietro e gli stranieri possono partecipare. "La politica ora potrebbe fare la sua parte e modificare la legge sul servizio civile -aggiunge l'avvocato Alberto Guariso di Asgi-. Anche la Corte di Cassazione ha il dubbio che ci sia una discriminazione e già dei giovani stranieri hanno svolto il servizio civile senza problemi. Perché aspettare ancora a cambiare la situazione?". (dp) 

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