27 giugno 2017 ore: 14:52
Non profit

Servizio civile negli Uepe: il bando si chiude con 108 domande per 48 posti

La soddisfazione del dipartimento per i numeri conquistati in questa prima esperienza. In autunno via al progetto che coinvolgerà i giovani per 12 mesi e un totale di 1.400 ore. Lucia Castellano: “Ottimo lavoro di comunicazione da parte degli uffici. Nessuna sovrapposizione di ruoli con gli aspiranti operatori”
Servizio civile universale, giovani uniscono mani - SITO NUOVO

ROMA – 108 domande per 48 posti: è scaduto ieri il termine per presentare la richiesta di servizio civile negli uffici per l’esecuzione penale esterna (Uepe) e il bilancio sulla partecipazione dei giovani è stato accolto con soddisfazione dal dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità. Per la prima volta, quest’anno, il Dgmc ha partecipato al bando, aprendo, di fatto, le porte degli uffici Epe al servizio civile attraverso il progetto “Insieme per un nuovo modello di giustizia di comunità”.

Saranno 48 i volontari che dal prossimo autunno, per 12 mesi e un totale di 1.400 ore, andranno ad affiancare gli operatori degli 11 distretti e della sede centrale. Il bando era rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni, che avranno un rimborso spese mensile di 433,80 euro e, più che volontari, saranno persone che si preparano alla vita lavorativa.
L’esperienza pilota, partita dalla Toscana, ora abbraccia tutte le strutture territoriali del dipartimento e già questo primo step rappresenta un risultato importante nel delicato processo che vede l’esecuzione della pena sempre meno concentrata sul carcere e sempre più diretta alle misure di comunità. “Siamo molto soddisfatti per la partecipazione registrata – commenta Lucia Castellano, dirigente generale per l’Esecuzione penale esterna del Dipartimento – . Abbiamo avuto 108 domande, di cui 12 solo su Roma, e questa disponibilità ci consente di selezionare i giovani che hanno fatto o stanno facendo studi più vicini al nostro lavoro”.

La prima volta del servizio civile negli Uepe ha significato un lavoro di comunicazione capillare con tutti gli enti e le università interessati. “In questa fase, in particolare, hanno lavorato molto bene gli uffici territoriali di esecuzione penale esterna: i nostri operatori sono stati molto efficienti e si sono attivati con celerità. Hanno capito l’importanza del progetto e sono stai pronti a diffondere alle università e alle strutture territoriali in cui ci sono ragazzi che studiano le nostre materie (scienze sociali o psicologia) le informazioni relative al bando. E i risultati sono arrivati”.

I 48 volontari saranno distribuiti negli 11 distretti: 4 per ogni distretto più 4 alla Direzione generale Esecuzione penale esterna e di messa alla prova, a Roma. “Per noi è la prima esperienza del genere – spiega Lucia Castellano – e speriamo, per l’anno prossimo, di mettere questi ingressi a sistema e di coinvolgere un numero ancora maggiore di giovani, anche attraverso nostri bandi insieme al settore minorile. Il volontariato del servizio civile rappresenta un valore aggiunto e speriamo che l’esperienza possa essere per questi giovani un trampolino per affrontare futuri concorsi ed entrare a pieno titolo negli uffici Epe”.

Su questo fronte, l’apertura al servizio civile, con la concomitante, annosa situazione di carenza delle assunzioni e l’inquadramento degli esperti ex articolo 80 (psicologi, psichiatri e assistenti sociali), ha sollevato qualche critica e il timore che il progetto possa incancrenire la situazione, con una sovrapposizione di ruoli. “Niente di più sbagliato – sottolinea la dirigente -. Stiamo attivando tutte le procedure per giungere al più presto all’assunzione di 60 operatori, come da autorizzazione del ministro, e speriamo, per il futuro, di poter aumentare ulteriormente il numero. Ma il progetto sul servizio civile in tutto questo non c’entra niente. Chi conosce il lavoro sa che gli operatori non sono mai abbastanza, soprattutto perché stiamo cercando di differenziare gli uffici, di avere un approccio multidisciplinare con un sistema professionale di stampo europeo. E il volontario, è un dato certo, non toglie nulla al professionista, tantomeno il posto ma, anzi, aggiunge. Anche perché parliamo davvero di due professionalità diverse. Noi speriamo che questi giovani avranno la possibilità di partecipare ai concorsi, così come lo speriamo per gli esperti convenzionati. L’auspicio è che tutti riescano ad entrare. Siamo davvero molto contenti del risultato e ci dispiace che da parte di alcuni siano venute polemiche che denotano, purtroppo, una certa miopia”. (Teresa Valiani)

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