5 febbraio 2016 ore: 16:03
Non profit

Servizio civile nei Beni culturali, "ennesimo caso di utilizzo improprio del volontariato"

Un mese fa la richiesta al ministero di ritirare il bando da 29 posti di servizio civile, legato al Giubileo della Misericordia. Il motivo: sono compiti idonei per archeologi, storici dell’arte, archivisti. Il ministro Franceschini si difende: “Non capisco perché se si fa nella sanità o nei comuni è servizio civile, se si fa nei beni culturali, allora è precariato"
Giovani in servizio civile

ROMA - Il 1 gennaio scorso gli aderenti alla campagna “Mi Riconosci? sono un professionista dei beni culturali” con un appello online hanno chiesto al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) di ritirare un bando di selezione da 29 posti di servizio civile, legato al Giubileo della Misericordia. Tra le attività dei giovani volontari, le cui selezioni si sono svolte lo scorso 4 febbraio e la cui partenza è prevista il 7 marzo, ci sono attività di “vigilanza del patrimonio museale” romano, “accoglienza del pubblico fornendo la prima informazione” e a supporto “degli addetti nella raccolta della documentazione ed informazioni sui beni presenti sul territorio”. "Dopo aver esaminato il bando - ha spiegato Andrea Cipriani, presidente della Ragione del Restauro - confermiamo la nostra più ferma contrarietà. Siamo di fronte all'ennesimo e inaccettabile caso di  utilizzo improprio del volontariato nei Beni Culturali".

“Sono compiti idonei per archeologi, storici dell’arte, archivisti, esperti di turismo culturale, ma il MIBACT non la pensa così. Sorridenti volontari del servizio civile saranno più che sufficienti”, precisava poi l’appello di inizio gennaio, poi seguito da un ulteriore comunicazione dello scorso 25 gennaio in cui si rivendicava di aver portato alla luce questa storia, anche con l’interessamento della stampa nazionale. La vicenda è stata anche ripresa anche in alcune trasmissioni televisive tra cui “La Gabbia” e “Coffee Break” su La7, e c’è chi come il giornalista e conduttore radiofonico Fabiano Catania ha parlato apertamente di servizio civile come di una “truffa”.

Ieri la replica del Ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che rispondendo a una domanda della deputata di SI-SEL, Annalisa Pannarale, nel corso dell'audizione davanti alle commissioni Cultura congiunte di Camera e Senato, ha precisato come "Il servizio civile è valore in questo Paese, una battaglia della sinistra. Non capisco perché se si fa nella sanità o nei comuni è servizio civile, se si fa nei beni culturali, allora è precariato". "Mi sono battuto affinché duemila giovani tra quelli che fanno il servizio civile, lo facciano nell'ambito dei beni culturali. Non capisco le polemiche", ha proseguito Franceschini, che poi ha concluso: "C'è stata una polemica anche per le assunzioni di giovani a tempo determinato, ma questo è servizio civile, non certo precariato, non mescoliamo le cose”.

Per Giulia Narduolo, deputata PD e componente della Commissione Cultura della Camera, la polemica ha le sue radici in un precedente bando del MIBACT per 500 posti in cui erano richieste competenze vicine a quelle di un professionista, a fronte di un compenso basso. “La questione è superata dalla Legge di Stabilità che prevede fondi per l’assunzione al Ministero di 500 figure professionali – ci dice l’on. Narduolo -. La polemica sul bando di servizio civile è invece fuori contesto, perché riguarda dei giovani che saranno coinvolti in attività di cura dei beni culturali alla portata di tutti, secondo una declinazione del dovere di “difesa della Patria” che si traduce qui secondo quanto ci dice l’art. 9 della nostra Costituzione in tema di tutela del nostro patrimonio artistico e culturale”. “Il servizio civile è prima di tutto per i giovani un’esperienza di cittadinanza attiva, che pur avendo anche valenza di crescita professionale, è soprattutto una strada per molti giovani per scoprire e conoscere il valore del nostro patrimonio culturale. Dobbiamo ricordarci come oggi insegnare storia dell’arte è di per sé il miglior modo di fare educazione civica”, conclude la deputata del PD.

Sulla questione, ed in particolare al servizio video trasmesso da “La Gabbia” hanno replicato anche i Rappresentanti nazionali dei giovani in servizio civile, evidenziandone alcune imprecisioni e spiegando come sia sbagliato l’equiparazione “degli stipendi tra volontari e lavoratori”, nonché come “sia diverso non solo nella forma, ma anche nella sostanza il ruolo che viene ricoperto: un volontario e una volontaria di servizio civile nel primo mese svolgono una formazione generale, nel corso dell'anno riceveranno una formazione specifica e per tutto il periodo in cui svolgono servizio civile saranno accompagnati dall'operatore locale di progetto”. “Il servizio civile non è un meccanismo perfetto – proseguono i 4 Rappresentanti dei volontari in Consulta nazionale del servizio civile - , il fatto che possa essere considerato un ibrido tra lavoro e volontariato evidenzia quanto sia complicato il legiferare e cadere nell'equivoco che sia un lavoro, equivoco che molto spesso viene fatto dagli stessi volontari e volontarie”. “Noi, come rappresentanti di servizio civile nazionale, siamo i primi a vigilare che i progetti di servizio civile siano svolti come tali e non come coperture di finanziamenti mancanti”, conclude la Rappresentanza nazionale.

Intanto è sempre in corso un nuovo Bando di progettazione che riguarda proprio il MIBACT con scadenza il prossimo 27 febbraio e che riguarderà altri 1.000 posti per giovani in servizio civile in attività di “tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale di musei, archivi e biblioteche” in tutta Italia, finanziati nell’ambito del programma “Garanzia Giovani” e la cui partenza è prevista la prossima estate. (FSp)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news