8 gennaio 2017 ore: 15:01
Non profit

Servizio civile universale, Cnesc: 25 ore settimanali, passo equilibrato

La Conferenza nazionale enti di servizio civile commenta i pareri positivi di Camera e Senato sullo schema di decreto legislativo di disciplina del servizio. "La riduzione non intacca il compenso mensile"

ROMA - Con una nota diffusa il 5 gennaio la Conferenza nazionale enti di servizio civile ha commentato i pareri positivi espressi da Camera e Senato lo scorso 21 dicembre sullo schema di decreto legislativo di disciplina del Servizio Civile Universale. La riflessione arriva in ordine di tempo dopo quella della Rappresentanza nazionale dei volontari e del Forum nazionale del servizio civile, che hanno richiesto al Governo, cui spetta l’approvazione finale del Decreto legislativo, di ridurre a 20 le ore settimanali di servizio, rispetto alle 30 attualmente previste. Per l’associazione di enti nazionali “è positivo che, nei tempi previsti, tutti gli organi abbiano espresso i pareri richiesti”, mettendo in condizione il Governo “di procedere con l’approvazione definitiva del decreto e, successivamente, il Dipartimento del Servizio Civile di adempiere ai passi necessari per la sua attuazione. In tal modo si può passare dalle affermazioni di principio alla definizione concreta dei provvedimenti”.

“In secondo luogo – prosegue la nota - alcune precisazioni richieste dalle Commissioni possono aiutare il lavoro successivo. In particolare quella di definire i criteri di incompatibilità a far parte delle commissioni per la selezione dei giovani”, mentre “la riduzione a 25 ore settimanali dell’orario di servizio fa il passo equilibrato nella direzione di una facilitazione per i giovani a coniugare impegni di vita e impegno nel servizio civile”. La Conferenza degli enti nazionali di servizio civile non sembra quindi associarsi alla proposta del Fnsc e della Rappresentanza dei volontari sulla riduzione di orario. Sulla base “dell’esperienza e dei dati che abbiamo raccolto sulle molte migliaia di giovani che hanno svolto il servizio civile nazionale nelle nostre organizzazioni dal 2001 – scrivono ancora gli Enti Cnsc -, i casi di interruzione anticipata del servizio sono stati molto contenuti e fra questi la gran parte è stata dovuta, fortunatamente per i giovani, ad una offerta di lavoro che, per la sua rilevanza, ha reso impossibile continuare a svolgere il servizio. Spiace piuttosto che non sia stato chiarito che la riduzione non intacca i 433,80 euro di compenso mensile, come da noi richiesto”.

Per quanto riguarda la norma sul numero minimo di sedi necessarie per l’accreditamento degli enti di servizio civile universale, che lo schema di Decreto legislativo stabilisce a 100 e le Camere propongono di ridurre a 30, la Cnesc ritiene che “il problema non sia tanto la soglia minima, quanto piuttosto l’eliminazione dei compartimenti stagni fra albi nazionale e regionali, sistema che nei fatti ha impedito una visione di insieme dell’impatto del SCN sulle comunità locali, la comparabilità fra le varie organizzazioni, che ha ‘esonerato’ il 46% degli enti di SCN dai controlli obbligatori” (ossia quelli di competenza regionale, n.d.r.).

Per la Cnesc ulteriori miglioramenti potrebbero riguardare “il coinvolgimento delle Regioni, ma anche quello del Terzo Settore e dei Comuni cioè di quei soggetti che concretamente hanno rapporto con i giovani. Infatti, per la individuazione e rimodulazione della programmazione triennale, sarebbe stata opportuna la costituzione di un organismo di indirizzo politico o altra struttura equivalente per funzioni e finalità”. Infine l’associazione chiede che, anche in base all’esperienza di altri Paesi (Stati Uniti, Francia, Germania), sia separato “il livello di indirizzo politico strategico da quello esecutivo, per dare ai contenuti del piano triennale del SCU un più diretto legame con le macropolitiche di livello internazionale (programmi estero) e di livello nazionale e territoriale (programmi Italia)”. “Questa scelta permetterebbe all’organo esecutivo (Presidenza del Consiglio dei Ministri), con la collaborazione della Consulta Nazionale del Servizio Civile, di concentrarsi maggiormente sulle misure attuative che gli sono proprie, piuttosto che su un ruolo di indirizzo politico che riteniamo non gli competa”, conclude la nota della Cnesc. (FSp)

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