Sgombero a Roma. Cnca: "Comune e Regione inadempienti su occupazioni"
ROMA - “Lo sgombero violento delle persone eritree che avevano occupato lo stabile di via Curtatone a Roma è stato il pessimo epilogo di una vicenda in cui brillano le gravi mancanze riferibili alle istituzioni comunali e regionali”. È quanto ha dichiarato don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca). Secondo Zappolini, riprendendo le dichiarazioni dello stesso capo della Polizia, Franco Gabrielli, non è così che si risolve “il problema della carenza di alloggi per persone straniere, ma anche italiane, che non riescono a sostenere gli alti costi degli affitti nella capitale”. Un problema che per Zappolini “chiama in causa precise responsabilità istituzionali - aggiunge -. Anche noi ci domandiamo che fine abbia fatto il patto sottoscritto da Comune, Regione e Prefettura, che prevedeva anche uno stanziamento di fondi non indifferente, per affrontare in modo strutturale la questione delle occupazioni abusive, che riguarda nella capitale diverse migliaia di persone”.
Nella Capitale, intanto, manca un piano accoglienza migranti che per Zappolini è “assolutamente necessario”, ma “non ancora realizzato”. Per il presidente del Cnca, questo “favorisce il ricorso alla forza pubblica - aggiunge Zappolini -, che però in nessun caso dovrebbe condurre un’azione di sgombero nei modi visti a piazza Indipendenza, nei confronti di stranieri indifesi, diversi dei quali con problemi sanitari o minori, nella gran parte dei casi, per giunta, con un titolo legale per risiedere nel nostro paese”. Secondo le comunità di accoglienza l’amministrazione comunale dovrebbe “aprire un vero confronto anche con il terzo settore, invece di continuare a rifiutare ostinatamente ogni dialogo sociale con associazioni e cooperative sociali e a ripetere il mantra degli ‘immigrati grande business’. La questione accoglienza va governata, non demonizzata come sinonimo di malaffare”.
Preoccupa, inoltre, il clima generale in cui è avvenuto lo sgombero.“Non vorremmo che l’azione di polizia in piazza Indipendenza sia, in qualche modo, connessa a un clima politico e di opinione pubblica sempre più preoccupante per i chiari riflessi di rifiuto dei migranti quando non di aperta e rivendicata xenofobia - spiega Zappolini -. Insieme a tanti altri abbiamo più volte criticato fermamente il decreto Minniti-Orlando sulla sicurezza, il piano del Governo per fermare l’arrivo dei migranti dalla Libia e il ‘codice di condotta’ che si è imposto alle Ong, oltretutto tentando anche di screditarle”. Alla vicenda dello sgombero, in questi giorni si aggiunge anche quella che ha visto come protagonista don Massimo Biancalani, il sacerdote pistoiese preso di mira sui social per aver portato in piscina un gruppo di giovani migranti. Al sacerdote “va tutta la nostra solidarietà e vicinanza per un’intimidazione inaccettabile – spiega Zappolini -. Si dovrebbe prendere atto del fatto che sono sempre più necessarie azioni e dichiarazioni pubbliche e istituzionali incisive e coraggiose che nascano da una cultura realmente rispettosa dei diritti e della dignità di ogni essere umano”.