21 ottobre 2015 ore: 15:38
Economia

Sgombero Ex Telecom, l'avvocato degli occupanti prepara azioni legali

Marina Prosperi ha passato tutta la giornata di ieri in via Fioravanti per verificare che tutto “avvenisse nel pieno rispetto dei diritti” e annuncia azioni legali per fare chiarezza sulle decisioni prese e le modalità con cui ieri è stato eseguito lo sgombero delle 250 persone che vi abitavano
Sgombero ex telecom - video

BOLOGNA – Azioni legali in arrivo per fare chiarezza sulle decisioni prese e le modalità con cui ieri, a Bologna, è stato eseguito il sequestro dell’ex Telecom di via Fioravanti. Le annuncia l’avvocato Marina Prosperi, che ieri per tutta la giornata ha assistito le persone che vivevano all’interno dello stabile. “Le azioni verranno fatte tutte”, dichiara Prosperi stamattina ai microfoni di Radio città del capo, aggiungendo che oggi verrà convocata una conferenza stampa nella quale “spiegheremo il materiale e le intenzioni che abbiamo, appena avremo raccolto tutto quello che serve”. Prosperi assicura che “verrà portato tutto all’attenzione di tutti”: di certo le “modalità” dell’azione delle forze dell’ordine, ma l’avvocato intende anche verificare “se c’è stato un abuso d’ufficio nell''esecuzione dello sgombero e quindi parlo delle decisioni” prese a monte. Dichiarazioni che Prosperi rilascia dopo aver passato, ieri, “quasi l’intera giornata all’interno dell’immobile – racconta la diretta interessata – prima al piano di sotto con le donne e i bambini, poi successivamente sul tetto”. Una presenza garantita agli occupanti per verificare “che tutto avvenisse nel pieno rispetto dei diritti”, sottolinea la legale, lasciando intendere che a suo modo di vedere non tutto è andato per il verso giusto: “La pagina di ieri vista dall’esterno è stata dura, ma vista dall''interno e'' stata durissima" ed e'' questa una cosa “sulla quale io credo bisogna sviluppare una riflessione forte”. Fin dall’avvio delle operazioni “l’impatto è stato fortissimo” e “scioccante”, dichiara l’avvocato, chiamando in causa l’ingente dispiegamento di agenti e camionette: del resto “le modalità sono pubbliche, si è espresso tutto di fronte al Comune e davanti agli occhi di tutti”. L’ingresso dell’ex Telecom “era murato da ogni tipo di Forza dell’ordine in tenuta antisommossa e questo per eseguire lo sgombero di donne e bambini – attacca la legale – era inaccettabile perché, come giustamente hanno rilevato tutti, compreso il procuratore del Tribunale dei minori, le modalità di esecuzione di uno sgombero o comunque di qualunque attività di Polizia quando si è in presenza di minori e persone fragili, quindi donne incinte, persone malate e tutte quelle nell’incapacità di poter gestire in senso razionale quello che avviene, dovrebbe essere oggetto di modalità mediate”.

Ma “in questa circostanza non è avvenuto”. Anzi. All’interno, infatti, si è determinato un “salto” di qualità in negativo, continua l’avvocato, “perché le modalità sono state quelle dell’esecuzione di un’azione di Polizia. Nel senso che la polizia, in genere – ricorda l’avvocato – agisce in un contesto di reato, in cui devi interrompere un’attività criminosa”. Nel caso dell’ex Telecom, però, “siamo di fronte a persone che abitano case: questa è l’attività – afferma Prosperi – ed è molto diverso relazionarsi nei confronti di persone che comunque sono assistite da quelle che tecnicamente sono delle scusanti, delle cause di giustificazione che un domani, in un processo, semmai ci sarà, saranno evidenti e facili da dimostrare”. Si parla, per la legale, di “persone che non stanno commettendo un reato ma stanno prioritariamente soddisfacendo un bisogno per sé e la propria famiglia”. Nonostante questo, ieri si è visto l’ingresso degli agenti “in tenuta antisommossa, con caschi e manganelli, ben sapendo che all’interno non soltanto c’erano centinaia di minori e persone gravemente malate”. Ad esempio, “l’abbiamo vista tutti la scena penosa, penosissima – conclude l’avvocato – del bambino portato via con il respiratore”. (Dire) 

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