Sicilia, gli immigrati residenti sono il 3,6% della popolazione. In testa i romeni
PALERMO - Gli immigrati in Sicilia nel 2016 sono il 3,6% della popolazione regionale. L’aumento rispetto all’anno precedente è stato del 5,2%. Fanno più figli rispetto al resto d'Italia. La presenza maggiore è quella dei romeni che sono 53.189 mila. Sono alcuni dei dati del IV rapporto migrazioni in Sicilia curato dall'osservatorio migrazioni dell'istituto di formazione politica e sociale Pedro Arrupe di Palermo, presentato questa mattina, nel corso di un incontro moderato dal giornalista Davide Camarrone, nel complesso universitario dello Steri della chiesa di Sant'Antonio Abate. “La ricerca – afferma la direttrice del Pedro Arrupe Nicoletta Purpura - è un punto di arrivo sul piano di alcuni dati su cui occorre riflettere ma anche un punto di partenza su ciò che ancora dobbiamo fare per migliorare il sistema dell'accoglienza e dell'integrazione dei migranti che arrivano nel nostro Paese. Sicuramente lo sforzo che dobbiamo fare è ancora quello di riuscire a guardare la Sicilia, prima porta dell'Europa, con uno sguardo che vada oltre il luogo comune per capire come agire, analizzando gli aspetti critici ma anche quelli positivi che ci spingono ad andare avanti". "Oggi è sempre più diffusa in Europa purtroppo una conoscenza scorretta dell'attività migratoria – sottolinea il docente universitario Vincenzo Cesario -. Siamo davanti, infatti, ad una percezione del fenomeno sbagliata non sempre supportata dai dati reali in cui i mass media hanno una grande responsabilità che rende gli italiani prigionieri di una distorsione del fenomeno. L'errata percezione alimenta, inevitabilmente le spinte nazionaliste e le chiusure nei confronti della realtà migratoria. Da ciò nasce la necessità di veicolare una giusta informazione delle migrazioni che ci faccia avere uno sguardo diverso, consapevole e più ampio della cultura delle migrazioni".
Nel 2016 gli stranieri residenti in Sicilia sono 183.192, il 3,6% della popolazione regionale. L’aumento rispetto all’anno precedente è del 5,2% cioè di 9 mila unità. Fanno più figli: i nuovi nati da genitori entrambi stranieri passano dai 2.161 del 2014 ai 2.229 del 2015, con un’incidenza sul totale dei nuovi nati del 5,2%. Ci sono però meno unioni: nel 2015, si registra rispetto all’anno precedente una flessione sia dei matrimoni con sposi entrambi stranieri, sia delle celebrazioni con sposa italiana e sposo straniero.
Al 1° gennaio 2016 i cittadini romeni, con 53.189 presenze, continuano a primeggiare la classifica delle nazionalità presenti in Sicilia (+2.417 unità rispetto al 1° gennaio 2015). Seguono i cittadini stranieri provenienti dalla Tunisia (19.244), dal Marocco (14.840), dallo Sri Lanka (13.452) e dal Bangladesh (8.134).
Nel 2016, le persone con permesso di soggiorno in Sicilia risultavano 113.474, rappresentanti il 2,9% del totale dei titolari di permessi di soggiorno a livello nazionale. Quasi il 16% dei titolari di un permesso valido è di nazionalità tunisina (17.942 persone). Seconda nella graduatoria decrescente è la comunità marocchina (14.548 persone) con una crescita del 62% negli ultimi otto anni. Al terzo posto, si colloca la comunità dello Sri Lanka, ormai radicata sul territorio siciliano con 12.600 permessi nel 2016. Oltre un quinto dei titolari di permesso è minorenne (21,3%) mentre la maggior presenza si concentra nelle classi centrali tra i 25 e i 39 anni. I minori presenti in Sicilia al 1° gennaio 2016 sono 35.365, il 19,3% dei cittadini stranieri residenti in Regione. L’aumento rispetto al 2015 è pari a 1.202 unità, ma se rapportiamo il numero dei minori al totale della popolazione straniera (183.192), si registra una flessione di 0,3 punti percentuali.
Per quanto concerne il lavoro l’Inps conta quasi 70 mila iscritti, tra lavoratori extracomunitari e dei Paesi dell’Europa dell’est. Il 38% è dipendente nel settore dell’agricoltura e della pesca, mentre quasi il 30% è impiegato come domestico. Nonostante la maggiore “flessibilità” ad accettare lavori sottodimensionati, i cittadini stranieri hanno subìto in maniera più intensa degli italiani l’impatto della crisi economica: dal 2011 il tasso di occupazione degli stranieri del Mezzogiorno scende di 4 punti percentuali (è al 53,2% nel 2016) a fronte di un calo di 0,5 punti per gli italiani (42,9% nel 2016). Nel 2015, le imprese straniere registrate in Sicilia sono 27.766, con un incremento rispetto nel quinquennio del 21,6%. Una finestra interessante si apre con una piccola indagine su imprese “miste”, ossia co-fondate e/o co-gestite da italiani e stranieri. “Nell'ambito del lavoro - sottolinea Roberto Foderà referente della sezione lavoro – la Sicilia è ancora un ponte cioè una terra di passaggio dettata dalla fragilità del suo mercato rispetto alle altre regioni e ancor più all'Europa. L'analisi sostanziale fa emergere una presenza forte dei romeni che hanno libero transito nei paesi dell'unione. Per le altre comunità un punto di insicurezza è il problema del permesso di soggiorno che le porta ad accontentarsi o inventarsi un primo lavoro. Pertanto gli immigrati sono più inclusi che integrati oggi nell'economia siciliana. Alcuni vanno via per avere altre opportunità fuori dall'Isola altri però ritornano per il costo della vita più basso per poi ripartire".
La Sicilia ha costituito, già a partire dallo scoppio della “crisi migratoria” del 2011, una delle regioni cruciali tanto nel panorama del primo soccorso, quanto in quello della prima e della seconda accoglienza dei migranti. Nella classifica delle aree che ospitano richiedenti asilo e rifugiati l’Isola occupa ad oggi il sesto posto, preceduta dalla Lombardia, dal Lazio, dal Veneto, dal Piemonte e dalla Campania. Al 28 dicembre 2016 i migranti presenti nella regione ed inseriti nel circuito della protezione ammontano a 14.129 unità, con un’incidenza dell’8,0% sul totale nazionale. I richiedenti asilo ed i rifugiati inclusi nell’ambito del reception system siciliano sono distribuiti in misura piuttosto equa all’interno delle strutture recettive siciliane: il 33,0% sono ospitati all’interno di CAS (centri di accoglienza straordinari), il 30,7% all’interno di centri SPRAR, il 32,1% all’interno di centri di prima accoglienza, mentre il 4,3% è trattenuto all’interno di hotspot. La Sicilia si conferma principale terra di approdo e di accoglienza ospitando da sola il 40,9% dei msna presenti sul territorio nazionale. L'attenzione rivolta al tema dei minori stranieri non accompagnati è legata al loro aumento esponenziale registrato nel 2016 con 24.929 msna sbarcati sulle coste italiane rispetto ai 12.360 dell’anno precedente. Si rileva che non si può considerare emergenza, almeno in termini statistici, il fenomeno relativo ai c.d. irreperibili ovvero i msna di cui si è persa ogni traccia. Al 31 ottobre 2016 risultavano irreperibili 6.508 msna, “solo” il 6,1% in più rispetto al 2015. (set)