9 giugno 2023 ore: 16:13
Immigrazione

Sicilia, la protesta per lo sgombero dei braccianti stranieri da Fontane d’Oro

Lettera delle associazioni al prefetto e ai comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara per dire no allo sgombero del campo informale di Fontane d'Oro. Si contesta la mancanza di alternative e la mancata presa in carico delle situazioni di maggiore vulnerabilità

PALERMO - Le associazioni sono preoccupate ma molto risolute ad andare avanti per il bene di tutte le persone migranti che portano avanti l'economia agricola del territorio. Ieri una lettera è stata inviata al prefetto e ai comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara (provincia di Trapani) per dire no allo sgombero di braccianti stranieri dal campo informale di Fontane D'oro.

"Chiediamo alle autorità locali di bloccare lo sgombero di Fontane d’Oro, e di impegnarsi invece a trovare soluzioni sostenibili che rispettino i diritti umani di coloro che vivono nell'insediamento informale - si legge nella lettera -. Chiediamo un dialogo aperto e costruttivo tra le parti coinvolte, con la partecipazione delle persone interessate e delle organizzazioni della società civile, al fine di identificare alternative rispettose. Restiamo disponibili ad un confronto con le istituzioni coinvolte al fine di scongiurare il rischio di un ulteriore sgombero senza che siano prese in carico quantomeno le situazioni di più grave vulnerabilità e rappresentata a tutti un'alternativa abitativa".

La lettera è stata firmata  da Sportello Sans-Papiers di Arci Porco Rosso,  associazione coordinamento progetto Re-Agire, le consigliere di Campobello di Mazara Liliana Catanzaro e Carla Prinzivalli, l'Aps Rosa Balistreri, Contadinazioni-FuoriMercato e Casa del Mutuo Soccorso FM Sicilia.

"Scriviamo per manifestare la nostra preoccupazione e il nostro dissenso in merito al trattamento delle persone attualmente dimorate nell’insediamento antistante Fontane D’Oro - riporta ancora la lettera -, cui è stato comunicato di dovere lasciare l’unica soluzione abitativa - se così si può definire - paradossalmente indicata pochi giorni prima dalle istituzioni stesse. Come è a voi noto, lo scorso 24 maggio un’ottantina di persone che abitavano nell'insediamento informale presso l’ex-cementificio, situato tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, sono state sottoposte a sgombero con un’enorme quanto non annunciata operazione delle forze dell’ordine coordinata dalla Prefettura di Trapani. L’unica alternativa, prospettata solo a chi era in possesso di un permesso di soggiorno (circa la metà degli e delle abitanti), è stata quella dei moduli abitativi donati dall’UNHCR, rimasti montati (seppur privi di letti, pannelli solari e base sul pavimento per isolare in caso di pioggia) dal periodo della raccolta delle olive 2022, durante il quale era stato istituito l’insediamento gestito dalla Croce Rossa, destinato all’alloggio temporaneo dei braccianti stagionali. Una settimana fa è stato disposto un ulteriore preavviso di sgombero di Fontane D’Oro, entro l’11 giugno, ossia di quella che doveva essere l’alternativa temporanea per una parte delle persone sgomberate dalla ex-Calcestruzzi. Il preavviso di sgombero non è stato notificato alle singole persone e non ci risulta che i servizi sociali dei due Comuni, né del SERD di Castelvetrano, siano stati allertati e chiamati sul posto, a fronte di condizioni socio sanitarie così gravi, in particolare (ma non solo) per le donne lì presenti".

Lo scorso settembre 2022, a seguito della manifestazione organizzata a Campobello di Mazara da lavoratori e associazioni, conclusasi proprio di fronte a Fontane d’Oro, una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dalla Prefetta e dal Questore di Trapani. I quell'occasione le istituzioni avevano assicurato che avrebbero preso in considerazione le richieste portate al loro tavolo. "Queste assicurazioni riguardavano anche il destino di Fontane d’Oro - continua la lettera -, rispetto al quale i lavoratori e le associazioni avevano fatto delle proposte di utilizzo e gestione partecipata. Se Prefettura e istituzioni locali avessero lavorato in ascolto e coinvolgendo nella partecipazione le persone direttamente interessate, nonché le associazioni che da anni sostengono lavoratori e abitanti del ghetto, non si sarebbe arrivati a questa situazione. L’ennesimo utilizzo emergenziale di Fontane d’Oro e, soprattutto, il prossimo sgombero delle persone da quest’ultimo confermerebbero invece il totale disinteresse da parte delle istituzioni ad aprire e mantenere un dialogo attivo".

Le associazioni ribadiscono inoltre che "le persone che abitano l’insediamento informale versano in uno stato di forte vulnerabilità dopo anni di vita in un ghetto che non ha luce, acqua, servizi igienici né niente di quel che viene considerato il minimo per una vita dignitosa. Da anni tentiamo di portare all’attenzione pubblica la grave situazione di dipendenza di molte delle persone dell’insediamento, al fine di attivare politiche adeguate e per la quale non è stata fatta alcuna azione da parte delle istituzioni di reale presa in carico di persone con dipendenze gravi".

"Vogliamo dunque ribadire come qualsiasi sgombero costituisca una grave violazione dei diritti umani, e come questo in particolare sia stato fatto in evidente violazione degli obblighi internazionali e senza rispettare alcuna delle garanzie procedurali in materia di sgomberi. Inoltre, la narrazione demonizzante e stigmatizzante nei confronti di chi vive nei ghetti e lavora a diverso titolo nell’ambito dell’economia informale, perché non ha altra scelta, ha come unico effetto quello di criminalizzare ulteriormente le persone invece di gettare le basi per supportarle nella ricerca di alternative al loro stesso sfruttamento. Un ulteriore sgombero sarebbe l’ennesima azione legittimata dal solito spauracchio ideologico della promozione della sicurezza del territorio, che non fa che produrre l’ulteriore vulnerabilità e marginalizzazione delle persone che la subiscono, come sappiamo dai risultati di questi 10 anni di sgomberi sistematici".

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