10 gennaio 2019 ore: 13:02
Immigrazione

Sicurezza, le famiglie accoglienti cercano risposte al decreto

Fabrizio Tonello, che con la moglie ospita Moussa, studente e lavoratore che vuole diventare attore: “Salvini parla tutti i giorni di clandestini, ma è la nuova legge che renderà tali persone già avviate alla regolarizzazione" . Il 26 gennaio a Bologna l'incontro
Migranti, mani sovrapposte, integrazione - SITO NUOVO

BOLOGNA - Si riuniranno a Bologna sabato 26 gennaio per cercare insieme risposte efficaci all'applicazione del decreto Salvini. “Ormai il decreto sicurezza è legge, la situazione è questa almeno fino a che i ricorsi alla corte costituzionale non avranno qualche effetto, ma purtroppo quelli sollevati dalle Regioni riguardano solo il conflitto di competenze con lo Stato”, esordisce Fabrizio Tonello, docente di economia all'Università di Padova che insieme alla moglie ha accolto in casa un ragazzo del Benin. “Non possiamo aspettare i tempi dei ricorsi, l'impianto legislativo rimane quello che è, a meno di grandi mobilitazioni o cambi di maggioranza, la situazione è pessima”, aggiunge Tonello. Per questo l'associazione Famiglie Accoglienti, che prosegue in autonomia l'esperienza di accoglienza dei rifugiati in famiglia promossa dal Comune di Bologna attraverso il progetto Vesta, ha organizzato la giornata di studio “Da cittadini a clandestini”, nella quale si lavorerà divisi in tavoli intorno ai temi più urgenti: lavoro, casa, assistenza legale, sanità, scuola, cultura, rapporti con le istituzioni, nel tentativo di creare una rete fra le realtà già attive.

“Da quando abbiamo preso posizione pubblica contro la legge, ci sono arrivate centinaia di lettere, da Trieste a Trapani. Ci dicono: vi sosteniamo, vogliamo farlo anche noi. In realtà in Italia esistono tante realtà di questo tipo, solo che non sono mai state messe in rete e questo è un compito urgente”. Il 3 dicembre l'associazione ha preso posizione contro la fiducia posta dal governo sul decreto 113/2018, definendolo incostituzionale e prevedendo che aumenterà il numero di migranti in situazione irregolare. “Si tratta di un decreto che non avrebbe mai dovuto nascere, poiché non esisteva alcun motivo di 'urgenza' per regolare una materia complessa e variegata com'è l'immigrazione”, dichiaravano le famiglie accoglienti. “Il progetto dal quale proveniamo, Vesta, ha dato ottimi risultati di integrazione, che vengono messi in pericolo dalla precarizzazione creata dalle nuove norme - spiega Tonello -. Salvini parla tutti i giorni di clandestini, ma è la nuova norma che renderà tali persone già avviate alla regolarizzazione”. Il riferimento è prima di tutto ai rifugiati che godevano della protezione umanitaria, la maggior parte dei quali, alla scadenza dei permessi, non avrà più diritto al rinnovo.

Vesta durava 9 mesi, ma abbiamo scelto tutti di continuare a sostenere i ragazzi che ci sono stati assegnati per facilitare il loro percorso di integrazione fino al raggiungimento della maggiore età, perché qualsiasi percorso di integrazione scolastica o lavorativa dura più di 9 mesi. Io e mia moglie – racconta il professore – abbiamo accolto Moussa e oggi vive ancora con noi. Studia in un istituto tecnico per il turismo, quest'anno farà la maturità, e nel frattempo lavora come mediatore culturale in una cooperativa. Vuole fare l'attore. Ha lavorato con i Cantieri Meticci e con il gruppo di giovani attori Shebbab Met Project sono stati premiati al festival di Santarcangelo”.

“L'accoglienza di per sé non risolve il problema politico creato dal governo”, si rammarica Tonello, per questo l'obiettivo dell'incontro nazionale, che fa perno sull'esperienza delle 30 famiglie bolognesi, è “cercare di immaginare delle soluzioni migliori di quelle sperimentate fino ad adesso. Per esempio sul tema dell'anagrafe, partiremo dall'intervento dell'avvocata bolognese Nazzarena Zorzella, secondo la quale una lettura corretta della legge non va in direzione di vietare l'iscrizione all'anagrafe e i migranti a cui fosse rifiutato il titolo di residenza potranno fare ricorso”.

L'incontro di sabato 26 gennaio sarà aperto dalle testimonianze di giovani migranti in Italia e si svolgerà dalle 10 alle 18 al Centro Montanari, in via di Saliceto 3/21. Per adesioni, si può scrivere a famiglie.accoglienti.bologna@gmail.com (Benedetta Aledda)

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