12 giugno 2018 ore: 12:40
Immigrazione

Sindaci che aprono i porti? "Demagoghi e populisti". Le ong? "Hanno fatto comodo a tutti"

Elda Turco Bulgherini è presidente dell'Associazione italiana di diritto marittimo e ordinario a Tor Vergata. “I sindaci non possono aprire i porti a chi vogliono, ci sono delle regole”. L'Europa? “Non può esistere solo per le procedure d'infrazione contro l'Italia”
Sosmediterranee.it Aquarius

MILANO - I sindaci che vogliono aprire i porti alle navi delle ong contro il parere del governo? “Dichiarazioni demagogiche e populiste, battaglia politica fatta sulla pelle delle persone”. È l'opinione di Elda Turco Bulgherini, Presidente dell'associazione italiana di diritto marittimo e ordinario di Diritto della navigazione all'Università Roma-Tor Vergata. “Escludo che un sindaco abbia competenza di polizia marittima, perché spetta all'autorità portuale, sopratutto quando una nave è straniera, decidere chi entra e esce dalle acque interne”.
Acque interne che sono diverse dalle acque territoriali, spiega la docente, e le linee che le demarcano dipendono dalla conformazione della costa. Nelle seconde “le navi straniere possono navigare in maniera rapida e continua”, mentre è nelle prime che lo Stato ha “sovranità completa ed esclusiva”. In conclusione, per la docente romana le dichiarazioni di apertura da parte dei sindaci di Napoli, Reggio Calabria, Livorno (poi rimossa con annessa polemica nel Movimento Cinque Stelle) altro non sono che “boutade, inutili manifestazioni di forza”.

Capitolo Malta e conflitto fra l'isola e Roma? “Malta rivendica un'area di ricerca e soccorso (Sar, NdR) enorme, quasi 250 mila km quadrati che fa corrispondere con la Flight information region, la regione di informazione di volo, ma quando si tratta di dare seguito alle convenzioni sul soccorso non interviene e dirotta le chiamate al centro di Roma”, dice Turco Bulgherini.
Perché la piccola isola del Mediterraneo lo fa? Per ragioni di ex grandezza coloniale “legate all'ex impero britannico che Malta ha mantenuto anche dopo l'indipendenza”. Ma anche perché “ci possono essere dei vantaggi economici nello sfruttamento delle risorse minerarie dei fondali marini”. Non dal punto di vista giuridico quanto “ai tavoli bilaterali dove un'area Sar di quelle dimensioni diventa un'ottima arma di contrattazione”.
È un argomento che ritorna: a cavallo fra 2015 e 2016, il partito nazionalista maltese ha accusato il governo de La Valletta di aver ceduto aree e diritti di esplorazione ed estrazione delle risorse energetiche all'Italia, in cambio del fatto che Roma avrebbe garantito lei i soccorsi ai migranti in mare. 

Un altro problema per l'ordinario di Tor Vergata “è che Malta non vuole stringere un accordo bilaterale con l'Italia mente ce lo ha con la Grecia” e l'ex isola del Commonwealth si è anche opposta a “due emendamenti del 2004 e 2006 alle convenzioni di Amburgo e Solas, in cui si andava a definire con più chiarezza che cosa sia un 'place of safety', il porto sicuro in cui sbarcare dei naufraghi”. Mentre l'Italia ha accordi che coprono l'intero mar Adriatico con Albania, Croazia e gli altri Stati costieri, lo stesso non accade lungo la rotta del mediterraneo centrale, dove i flussi migratori intensi e costanti hanno messo in luce l'inadeguatezza dei trattati in essere.

Ong in mare, cosa ne pensa la Presidente dell'associazione italiana di diritto marittimo? “Hanno fatto comodo a tutti, incluse le autorità europee”. Perché? “Hanno sollevato i mercantili e le petroliere dall'obbligo di soccorso, quando si rischiavano cause da parte di armatori privati per mancato rispetto dei contratti di trasporto e comunque danni economici al settore privato”. Sull'azione dei ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nei confronti di nave Aquarius “non è certo questa un'azione risolutiva, ma è una dichiarazione di presa di coscienza di un problema che deve appartenere a tutti, compresa Malta e gli altri stati europei: l'Europa non può esistere solo quando si tratta di procedure di infrazione per mancato rispetto del Trattato di Dublino o delle procedure di identificazione degli stranieri nel meccanismo Eurosur”.

Ma è possibile per una nave con a bordo 700 persone in condizioni critiche affrontare una traversata fino a Valencia, come l'ipotesi che sembra definitivamente prendere forma in queste ore? “Una volta assicurato che sulla nave non c'è alcun pericolo di vita, rifornimento di viveri e medicinali a sufficienza e condizioni di sicurezza, non si capisce perché navigare tre giorni in più dovrebbe essere un problema”, chiude Elda Turco Bulgherini. (Francesco Floris)

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