29 settembre 2020 ore: 14:07
Disabilità

Sindrome di Down, “le associazioni rischiano di scomparire”. Appello di Coordown

In vista della giornata nazionale dell'11 ottobre, il Coordinamento lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi: “Obiettivo: trovare le risorse per continuare il nostro impegno quotidiano, oggi più che mai necessario, di promozione della cultura della diversità, di lotta a pregiudizi, stereotipi e basse aspettative”
coordown 11 ottobre 2020

ROMA – A pochi giorni dall'11 ottobre, Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down, Coordown lancia l'allarme e una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi: “Aiuta le nostre associazioni a non scomparire per sempre”, è l'appello e lo slogan dell'iniziativa, che si pone l'obiettivo di “trovare le risorse per continuare il nostro impegno quotidiano, oggi più che mai necessario, di promozione della cultura della diversità, di lotta a pregiudizi, stereotipi e basse aspettative, e per garantire opportunità e un futuro sereno per le persone con sindrome di Down”, spiega Coordown.

Pandemia ed esclusione

“La pandemia Covid19 ha colpito duramente la qualità della vita delle persone con sindrome di Down e sta mettendo in crisi la sopravvivenza di decine di associazioni dal Nord al Sud d’Italia impegnate da anni nell’inclusione e il supporto di migliaia di ragazzi e ragazze e le loro famiglie – spiega il coordinamento - A pesare nei mesi di lockdown per le persone con sindrome di Down è stata l’esclusione dalla vita attiva, dai percorsi lavorativi, di partecipazione e socialità e dalla scuola. Secondo un’indagine della Fondazione Agnelli – ricorda Coordown - sono rimasti fuori dalla didattica a distanza il 36% degli allievi disabili”.

Cruciale il tema della scuola: “La ripartenza dell’anno scolastico non ha migliorato la situazione: secondo quanto riportato dal Sole24 Ore per le cattedre di ruolo degli insegnanti di sostegno da coprire solo una su 13 è stata assegnata, per mancanza di candidati con i giusti titoli. Le restanti saranno coperte da supplenti annuali 'in deroga' senza le qualifiche necessarie per il sostegno. La pandemia, inoltre, ha avuto forti ripercussioni economiche sulle associazioni che promuovono attività sui territori per l’inclusione nella scuola, nel lavoro e nello sport. I passi avanti fatti nella costruzione di opportunità e percorsi di vita autonoma e indipendente, inserimento lavorativo per le persone con sindrome di Down rischiano di essere vanificati in pochi mesi”.

Volontari “connessi”

Assume quindi un significato particolare l'appuntamento dell'11 ottobre, che quest'anno “vedrà ridotto drasticamente il numero di piazze d’Italia dove i volontari delle associazioni aderenti al coordinamento nazionale potranno distribuire il nostro storico messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale), farsi conoscere e raccogliere fondi per i progetti d’inclusione sociale. Le centinaia di volontari, persone con sindrome di Down di ogni età insieme a genitori, fratelli e sorelle e amici, fino agli anni passati in prima linea negli eventi di piazza per incontrare i sostenitori, dare informazioni, saranno mobilitati online – spiega Coordown - per raccontare come verranno utilizzati i fondi raccolti, spiegare la realtà che vivono e i loro desideri. La campagna porterà le testimonianze ed esempi concreti su come poter sostenere CoorDown e le associazioni aderenti”.

L'inclusione, con il distanziamento sociale

“Quella di quest’anno è una Giornata Nazionale molto particolare – spiega Antonella Falugiani, presidente di CoorDown - Tutto ciò che abbiamo costruito fin qui e gli obiettivi che abbiamo perseguito, nella scuola, nel lavoro, nella vita indipendente, nelle autonomie sociali, nello sport, sono improvvisamente cambiati, ribaltati: lottavamo per l’abbattimento delle barriere, per l’inclusione sociale, per favorire conoscenze e relazioni, e adesso ci troviamo a dover insegnare ai nostri figli che solo con il distanziamento sociale ci possiamo, in parte, proteggere dal diffondersi della pandemia. Le differenze si sono acuite – continua - e a pagarne le conseguenze sono sempre le persone più fragili. Il distanziamento forzato ha portato gradualmente all’isolamento e in molti casi alla regressione. L’assenza di supporti, di progetti alternativi, di competenze e professionalità rischia di ricadere totalmente sulle spalle delle famiglie e delle associazioni, ed è per questo che occorre investire sulla ripartenza: per non scomparir”, conclude.

Gli hashtag ufficiali della Giornata sono #aiutacianonscomparire #gnpd2020

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