31 luglio 2017 ore: 17:11
Famiglia

Siria, Iacomini (Unicef): a Raqqa è un inferno

"Dopo Mosul, l'attenzione di questi giorni deve necessariamente essere rivolta alla citta' di Raqqa dove tra 30.000 a 50.000 civili ci risultano intrappolati e vittime di sanguinosi combattimenti" lo dichiara Andrea Iacomini Portavoce UNICEF ...

Roma - "Dopo Mosul, l'attenzione di questi giorni deve necessariamente essere rivolta alla citta' di Raqqa dove tra 30.000 a 50.000 civili ci risultano intrappolati e vittime di sanguinosi combattimenti" lo dichiara Andrea Iacomini Portavoce UNICEF Italia - "Il dato preoccupante e' che la meta' di queste persone sono bambini che vivono in condizioni umanitarie proibitive, continuamente sotto attacco e bombardati. Un vero inferno. I bambini e le famiglie che sono riuscite a fuggire nei campi di accoglienza limitrofi senza aver bevuto e mangiato per giorni, esausti, sconvolti e disidratati a causa delle alte temperature raccontano di strade piene di mine e di cecchini, di aver assistito all'uccisione dei loro parenti e a scene di rara crudelta' e violenza. Sono inoltre saltati i servizi sanitari di base, l'ospedale pubblico non e' agibile, restano solo alcune strutture private che funzionano solo parzialmente, un quadro davvero devastante e in via di peggioramento" prosegue.

"Ma non finisce qui. Da un mese mancano acqua ed elettricita', la popolazione raccoglie acqua non pulita dall'Eufrate, sottoponendosi al rischio di malattie ed esponendosi ad attacchi e fuochi incrociati continui. Scarseggiano le forniture alimentari. Anche prima dell'escalation dei combattimenti, le Nazioni Unite dal 2015 non sono riuscite a raggiungere i civili nella citta' di Raqqa in maniera regolare. I bambini non ricevono vaccini salvavita da due anni, si rischia l'esplosione di una grave epidemia di polio che ad oggi ha colpito 1 bambino su 5 nella stessa citta' di Raqqa. Dal 1 aprile 2017, i combattimenti hanno sradicato piu' di 200.000 persone in tutto il Governatorato di Raqqa, anche in questo caso la meta' sono bambini. Come UNICEF siamo pronti ad intervenire in queste zone colpite da una grave emergenza umanitaria attraverso attivita' di sostegno ai traumi causati dalla guerra, ad informare i civili e soprattutto i bambini sui rischi delle mine e degli ordigni inesplosi, ad attivare le nostre unita' mobili per fornire acqua e servizi igienici nonche' a ripristinare i percorsi scolastico educativi completamente stravolti da Isis in questi anni. Ma occorre anche l'aiuto della comunita' internazionale ad accendere i riflettori su un dramma che colpisce ancora migliaia di innocenti indifesi". (DIRE)

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