5 gennaio 2018 ore: 11:57
Società

Slogan antisemiti a Milano: la condanna delle comunità musulmane

Il portavoce del Caim si offre come mediatore tra la Comunità ebraica e chi ha organizzato la manifestazione durante la quale in coro è stato gridato "morte agli ebrei". E l'Associazione Palestinesi in Italia denuncia che "non è la prima volta che infiltrati rovinano le nostre manifestazioni". L'analisi di Paolo Branca
bandiere Israele e palestina

MILANO - "Se necessario ci offriamo come mediatori tra chi ha organizzato la manifestazione e la comunità ebraica": Omar Jibril è il presidente del Caim, il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza-Brianza, alla quale aderiscono una trentina di organizzazioni. E si propone come mediatore per cercare di chiarire e risolvere la polemica nata in questi giorni, dopo che la Comunità ebraica di Milano ha protestato per gli slogan gridati durante la manifestazione del 9 dicembre, organizzata dall'Associazione Palestinesi in Italia contro la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Come mostra un video pubblicato sul sito della Comunità ebraica (www.mosaico-cem.it), in piazza Cavour ad un certo punto della manifestazione milanese è partito un coro che scandiva queste parole, "Ya Yahud, jaish Muhammad saya ‘ud" (Ebrei, l’armata di Maometto ritornerà). "Si riferisce, nella tradizione islamica, alla strage di Khaybar perpetrata dall’esercito di Maometto nel 628, quando quasi tutti gli ebrei maschi dell’oasi di Khaybar furono trucidati e le donne e i bambini presi come schiavi -scrive in un comunicato stampa la Comunità ebraica di Milano-. Ma viene usato anche oggi, come grido di battaglia quando si attaccano ebrei o israeliani, da Hamas, Hetzbollah, Isis, Iran e terroristi annessi". È come se avessero gridato "morte agli ebrei". L'Associazione Palestinesi in Italia, dal canto suo, prende le distanze e condanna l'episodio: "Noi rispondiamo di quello che viene detto dal palco e non abbiamo mai detto quelle parole - spiega il presidente Mohammad Announ -. Non è la prima volta che infiltrati rovinano le nostre manifestazioni. Anche nella manifestazione del 23 dicembre a Milano è successo che qualcuno abbia iniziato a gridare quello slogan, ma li abbiamo subito zittiti, come dimostra il video della diretta Facebook sul nostro profilo".

Sulla vicenda, che rischia di incrinare i rapporti tra le due comunità religiose, è intervenuto anche il sindaco Giuseppe Sala: "Lascia sgomenti sentire pronunciare slogan antisemiti, violenti e intollerabili nella nostra città - ha scritto in una nota -. Milano, medaglia d'oro alla Resistenza, non può permettere un così avvilente spettacolo, che fa scempio della sua memoria e di quella dei suoi cittadini, ebrei e non, che hanno dato la loro vita per difendere la libertà, principio alla base di ogni democrazia. L'odio e la prevaricazione alimentano i conflitti, non li spengono. La nostra città condanna gli estremismi di ogni forma e colore: quelli di ieri come quelli di oggi, con la stessa forza e determinazione. Non permettiamo che la voce di pochi faccia più clamore dei comportamenti corretti di molti. Ma collaboriamo, nel rispetto reciproco, per fare in modo che ciò che è accaduto in piazza Cavour non succeda mai più, a Milano e in tutto il mondo".  Anche la consigliera comunale Sumaya Abdel Kader (Pd) ha condannato, pochi giorni dopo la manifestazione e prima della nota di protesta della Comunità ebraica, gli slogan antisemiti: "Oltre al tono antisemita non ammissibile -ha scritto su Facebook-, le allusioni a Khaibar sono sinonimo di ignoranza storica e volgare strumentalizzione della religione di cui mi vergogno. Manifestare il proprio dissenso è legittimo purché resti nell'ambito del rispetto degli altri e della legge. Piena condanna al gesto e caldo invito a non cedere alle provocazioni di alcuni a scapito del necessario dialogo per trovare il difficile punto di equilibrio che porti uguale dignità alle parti in causa. Che il nuovo anno porti nuovi passi verso questa strada". 

"Se la popolazione ebraica dell'oasi di Khaybar ha effettivamente avuto coi musulmani un conflitto tragicamente conclusosi durante la vita di Maometto, ciò non significa che l'inimicizia tra due comunità religiose, fra l'altro strettamente imparentate, sia da considerarsi permanente e ineluttabile - commenta Paolo Branca, islamista e docente all'Università Cattolica - . Anzi, secoli di convivenza hanno dimostrato che gli ebrei han vissuto meglio all'ombra dei minareti che a quella dei campanili. L'irrilevanza di tutto ciò agli occhi di chi strumentalizza cose accadute molti secoli fa, rivela una superficialità preoccupante. C'è piuttosto bisogno di una 'purificazione della memoria' che ci immunizzi rispetto a tali derive. Credo che esistano ancora spazi di confronto e di condivisione, specie fra i giovani nati e cresciuti qui e indipendenti da sigle organizzate che mi pare ancora paghino un pesante balzello alle loro affiliazioni verso movimenti e orientamenti dei Paesi d'origine". 

"Con la comunità ebraica abbiamo un rapporto consolidato da molti anni di collaborazione e rispetto - sottolinea il portavoce del Caim, Omar Jibril -. Purtroppo nelle manifestazioni a volte si infiltrano personaggi che mirano solo a creare tensione. Il Caim non si occupa di politica estera, il nostro ruolo è quello di dare voce alle comunità musulmane di Milano e di collaborare al bene della città". 

Mohammad Announ ha scritto anche una lettera indirizzata al Ministro dell'Interno, alle comunità ebraiche di Milano e Roma, al Sindaco al Questore e al Prefetto di Milano, per sottolineare che "noi non siamo anti-ebraici, né veicoliamo odio anti-ebraico". "Noi ci rivolgiamo contro l'occupazione della nostra terra, e le nostre voci si leverebbero nello stesso modo contro qualsiasi occupante, anche musulmano o arabo, che colonizzasse la nostra Patria -scrive-. Noi piangiamo tutti i morti, i nostri e i loro, e chiediamo giustizia e diritti. Una pace basata sulla giustizia. Come abbiamo sempre ripetuto e come riportavano i nostri poster, Gerusalemme è la culla delle tre religioni monoteiste, e deve essere lontana da ogni forma di odio, razzismo o di apartheid, da qualunque parte provenga". Organizzatori della manifestazione e comunità islamiche dunque condannano e prendono le distanze dagli slogan antisemiti. Resta da capire chi sono questi infiltrati di cui parla il presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia. Mohammad Announ dice di non sapere se sono mandati da qualcuno: "Sono certamente persone ignoranti o fanatici, che danneggiano anche la causa Palestinese". (dp)

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