Slot machine, a Milano 66 multe in 15 giorni
MILANO – Nei primi 15 giorni di febbraio, la polizia locale ha sanzionato 66 sale gioco che non hanno rispettato le normative sugli orari predisposti dal comune di Milano. Sono i risultati dei 470 controlli della municipale milanese, che oggi può impugnare, dopo le sentenze positive della giustizia amministrativa, l'ordinanza del 15 ottobre che definisce precise fasce orarie dove è consentito giocare alle slot machine e tenere aperte le sale giochi di Milano. Gli orari consentiti sono infatti dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, in modo tale da “ridurre la possibilità di accedervi, con particolare attenzione agli orari di uscita dalle scuole e al tempo libero delle fasce più fragili della cittadinanza, in primo luogo giovani e anziani”, si legge nell'ordinanza.
Il comune, con l'entrata in vigore del Regolamento edilizio, ha anche impedito la costruzione di dieci nuove sale giochi che non rispettavano il vincolo dei 500 metri di distanza da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile, parchi gioco, sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza.
Alla Commissione Affari costituzionali oggi il viceministro Filippo Bubbico ha risposto ad un'interrogazione parlamentare a firma di Lucrezia Ricchiuti, depositata un anno fa. La senatrice Pd chiedeva conto dell'apertura della sala giochi di corso Vercelli a Milano e voleva sapere se la Prefettura milanese aveva svolto tutti i controlli previsti. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, l'11 febbraio il Consiglio di Stato ha dato ragione alla società Uninvest spa, proprietaria dell'autorizzazione dei Monopoli di Stato e dello stabile dove oggi c'è la sala giochi. Il Comune ne aveva chiesto la sospensione dell'apertura per sei mesi invocando un pericolo per la salute pubblica, data la vicinanza ad alcuni luoghi sensibili. Ma allora non erano ancora stata approvate la legge regionale lombarda e il Regolamento edilizio. In più la sospensione del Comune sarebbe scaduta nell'agosto 2014, termine ormai ampiamente scaduto.
Al di là del merito della questione, il viceministro Bubbico ha sottolineato come la Prefettura avesse il compito di concedere la licenza solo controllando l'eventuale infiltrazione mafiosa all'interno della società. Ma la licenza da sola non basta: i vincoli emessi dal Comune dalla loro approvazione possono impedire l'apertura di nuove sale. Una risposta tardiva, ha commentato l'interrogante Lucrezia Ricchiuti, ma in cui si deducono i passi avanti fatti dalla Prefettura milanese: il prefetto Francesco Paolo Tronca ha infatti disposto, come ricordato nella risposta di Bubbico, l'istituzione di un tavolo con Regione, Comune ed Anci per migliorare l'applicazione della legge no slot voluta da Regione Lombardia. (lb)