Soccorso migranti, conclusa la collaborazione tra Moas ed Emergency
- ROMA - Finisce tra le polemiche la collaborazione tra il Moas ed Emergency, per il soccorso in mare dei migranti sulla nave Responder. Questa mattina l’organizzazione di Gino Strada, in una nota, ha annunciato la fine della partnership sottolineando la sua totale estraneità nella decisione. “Venerdì scorso Emergency è stata informata da Moas (Migrant Offshore Aid Station) della decisione di concludere la collaborazione che vedeva entrambe le associazioni impegnate in una missione di salvataggio e cura dei migranti nel Mediterraneo – si legge -. Le motivazioni di Moas sono di natura economica, riguardano solo Moas e prescindono dalle azioni e dalla volontà di Emergency, che non è stata coinvolta in questa decisione”.
Per questa ragione, “con grande tristezza, oggi Emergency lascerà il Responder a bordo del quale si era imbarcata due mesi fa – continua la nota -. In questo periodo, il nostro team si è preso cura di 4.950 persone, garantendo cure mediche, mediazione culturale e tutta l’assistenza post salvataggio”. L'organizzazione aggiunge, inoltre, che nonostante la fine della collaborazione l'attività in favore dei migranti continua. “Scendiamo dalla nave, ma proseguiamo il nostro impegno iniziato nel 2014 a favore dei migranti sbarcati in Sicilia nei porti di Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle e nei centri di accoglienza di Priolo, Villa Sikania e Rosolini – aggiunge l’ong -. L’assistenza ai migranti fa parte delle attività di Programma Italia che dal 2006 ha offerto in 5 regioni italiane oltre 240 mila visite e colloqui di orientamento socio sanitario, a italiani e stranieri senza discriminazioni”.
Dal canto suo il Moas, si dice dispiaciuto per una "decisione non presa certo a cuor leggero ma dovuta a motivi economici". "E' stato da parte nostra necessario interrompere per motivi di fondi. Ma vogliamo sottolineare che la collaborazione con Emergency è stata fantastica, il loro livello di professionalità è eccellente, abbiamo salvato in soli due mesi migliaia di persone - sottolinea la portavoce Maria Teresa Sette -. Abbiamo lavorato insieme cercando di dare il meglio: da parte nostra però c'è la responsabilità di dover mantenere una missione estremamente costosa, da 900mila euro al mese per due navi da soccorso. Con Emergency la collaborazione era comunque limitata nel tempo, e per motivi di fondi abbiamo dovuto muoverci verso altri canali". A Emergency succederà un nuovo partner, di cui però l'organizzazione dei coniugi Catambrone non svela ancora l'identità. La partnership tra le due organizzazioni avrebbe dovuto continuare fino alla fine di dicembre 2016. "Se non avessimo preso questa decisione avremmo dovuto interrompere la missione di soccorso in mare" conclude Sette. (ec)