12 agosto 2013 ore: 14:07
Economia

Social bond da 5 milioni: Ubi Banca finanzia la Casa della Carità

Il gruppo è il più attivo nelle obbligazioni sociali. In tutto sono 28 quelle emesse per un valore complessivo di 292 milioni di euro, di cui 1,5 è servito per finanziare progetti sociali
Economia: mani che tengono piantina e soldi

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MILANO – Un social bond da 5 milioni: attraverso questo strumento Ubi Banca finanzia la Casa della Carità. Si tratta di un'obbligazione in cui il Banco di Brescia rinuncia allo 0,5 per cento della rendita per sostenere l'istituto presieduto da don Virginio Colmegna. Ad oggi sono 28 le obbligazioni di questo tipo emesse da Ubi Banca, per un valore complessivo di 292,25 milioni di euro. Di questi, 1,5 milioni di euro sono entrati nelle casse di enti non profit. "Non sono social impact bond anglosassoni – puntualizza Guido Cisternino, responsabile Enti, associazioni e terzo settore del gruppo Ubi Banca -, ma una traduzione pragmatica nel nostro contesto. L'Italia non è ancora pronta per altro: non ci sono i modi per valutare il ritorno sociale di un investimento".

boxSono due le tipologie di obbligazioni sociali del gruppo Ubi, al momento l'istituto di credito più attivo nel settore. Al primo appartiene il social bond che il Banco di Brescia ha emesso per finanziare Casa della Carità: l'istituto di credito cede con un'offerta una quota del ricavo ad un'associazione o un ente non profit. In sostanza, fa una donazione. I criteri di scelta variano a seconda di chi emette l'obbligazione: se è il gruppo, allora è richiesta è che sia un ente riconosciuto. Ma se è un'istituto locale, "non è necessario che siano enti famosi. È importante il loro valore per il territorio", precisa Cisternino. C'è poi una seconda tipologia, più simile al social impact bond inglese. Finora, Ubi Banca ha emesso una sola obbligazione da 17,5 milioni, a favore del Sistema Cgm, una realtà con oltre 45 mila cooperatori e 80 consorzi territoriali, mille cooperative sociali e altre 140 organizzazioni non profit. I bond di Ubi – emessi tra ottobre e novembre 2012 – avevano un taglio minimo di mille euro per quattro anni e un tasso variabile pari a quello delle altre obbligazioni dell'istituto. "Non vogliamo penalizzare chi sottoscrive titoli del genere - aggiunge Cisternino -. Ora stiamo lavorando anche per trovare strumenti di misurazione dell'impatto sociale (come lo Sroi, vedi lancio successivo). È una delle evoluzioni previste per il 2014".

Per garantire agli enti che vogliono farsi finanziare da Ubi Banca, l'istituto ha pubblicato sul sito una sezione in cui specifica la propria policy aziendali, ad esempio per quanto riguarda le aziende che non possono essere finanziate (http://www.ubibanca.it/pagine/Politiche-CSR-IT.aspx). Ad esempio, sul tema armamenti, Ubi Banca "non può intrattenere rapporti con società coinvolte nella produzione, sviluppo, stoccaggio, commercializzazione e/o vendita di armi di distruzioni di massa e altre armi cosiddette “controverse” (es. mine) e prevede un regime autorizzativo, sottoposto a rigorosi controlli, per le operazioni di commercio internazionale di armi", si legge nel documento. (lb)

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