Social card, a Palermo è boom: oltre 5 mila richieste per 1.700 beneficiari
PALERMO – 5200 famiglie a Palermo, ripartite fra le 8circoscrizioni, hanno fatto la richiesta per potere usufruire del beneficio economico previsto dalla Social Card. I nuclei familiari che potranno beneficiarne, secondo il budget economico, potranno essere dai 1500 ai 1700 aventi diritto. Già da venerdì l’amministrazione comunale invierà tutto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a cui spetterà valutare i requisiti per poi formulare la graduatoria. Per un gruppo di coloro che rimarranno fuori sarà possibile attivare dei progetti personalizzati mentre per tutti gli altri si valuterà il loro bisogno e il modo in cui i servizi sociali potranno in qualche misura aiutarli. L’amministrazione comunale si è confrontata con il comune di Verona dove, invece, ci sono state soltanto 300 domande. Naturalmente Verona e Palermo sono due città dalle dimensioni territoriali molto diverse ma è utile per capire la differenza tra i territori italiani in cui è in sperimentazione la Social Card.
“Abbiamo avuto complessivamente 5200 richieste e contiamo venerdì prossimo di inviare tutto quanto al Ministero – riferisce l’assessore comunale alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla -. Naturalmente sarebbe bello potere accogliere tutte le domande ma sappiamo bene che non è possibile per i limiti economici del budget. Mi auguro che questo supporto economico di un anno per le famiglie che vi rientreranno possa essere un volano che permetta loro di potere fare dei passi avanti anche su altri fronti entrando in una relazione più diretta con tutti i nostri servizi sociali”.
Il Ministero una volta recepite le domande provenienti da Palermo avvierà tutte le valutazioni necessarie sui requisiti richiesti per legge stilando poi una graduatoria degli aventi diritto. Il decreto ministeriale, che assegna a Palermo poco più di 6 milioni di euro, prevede che un terzo delle famiglie benefici sia del contributo economico tramite la Social card, sia di un progetto personalizzato di presa in carico, finalizzato al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all'inclusione sociale. La sperimentazione si rivolge a famiglie in condizioni economiche e lavorative di estremo disagio, in cui siano presenti dei minori. “Rispetto al budget economico ipotizziamo che per un anno, a 400 euro mensili, dovrebbero rientrare tra 1500 e 1700 famiglie con 5 o più componenti – aggiunge ancora l’assessore -. La sperimentazione prevede che soltanto poi per un gruppo rimasto fuori si potranno avviare dei progetti personalizzati. Per tutti gli altri il servizio sociale farà il possibile per aiutarli in relazione alle esigenze specifiche”.
“Auspico, anche, che si possano avviare al più presto i progetti personalizzati – continua l’assessore -. Noi come assessorato abbiamo preparato delle bozze su come costruire questi progetti personalizzati. Adesso dobbiamo aspettare il Ministero che ci darà i riferimenti su cui costruire il progetto secondo quelle che sono le loro elaborazioni”. Non sarà la Social Card a porre fine alla stato di povertà che hanno tante famiglie del capoluogo siciliano. “A Palermo seguiamo per quanto ci è possibile alcune famiglie che ricorrono alle mense, al social housing – dice ancora Agnese Ciulla - ed ad altri servizi sociali. Recentemente abbiamo avuto il caso di famiglia che dopo avere dormito in macchina per parecchio tempo, adesso è riuscita, finalmente, a stipulare il contratto di affitto per una casa. Anche se la Social Card rappresenta una prima risposta all'emergenza non intendiamo abbassare la guardia sui tanti nuclei familiari in condizioni di forte disagio e povertà”.
E’ da aggiungere che proprio perché il progetto della Social Card non si limita soltanto ad una assistenza economica ma richiede un impegno attivo e diretto delle famiglie beneficiarie per il superamento della condizione di povertà, tutti i nuclei familiari saranno chiamati a sottoscrivere un vero e proprio contratto con la pubblica amministrazione; la mancata sottoscrizione o il mancato rispetto delle previsioni determineranno la perdita del diritto ai benefici. (set)