Sordociechi: la metà presenta una disabilità motoria, il 40% mentale
Foto: Lega del filo d'oro
ROMA - Il 95% di tutto ciò che apprendiamo viene percepito attraverso la vista e l’udito. Una persona è considerata sordocieca quando vi è una combinazione della perdita, totale o parziale, della vista e dell’udito. Quando oltre al deficit visivo e uditivo sono presenti altre minorazioni (di tipo motorio, intellettivo, danni neurologici, patologie organiche, ecc.), allora si ha una condizione di pluriminorazione psicosensoriale. Si tratta di disabilità che comportano serie limitazioni nella capacità di comunicare, nell’autonomia personale e nell’apprendimento, oltre a gravi difficoltà anche nella percezione dell’ambiente circostante e nelle relazioni interpersonali. E’ quanto affermano Istat e lega del Filo d’Oro, che oggi lanciano lo studio “La popolazione italiana con problemi di vista e udito”.
Secondo i dati emersi proprio dal nuovo studio Istat, la metà circa delle persone sordocieche (il 51,7% del totale) presenta anche una disabilità motoria. Per 4 disabili su 10, invece, si riscontrano danni permanenti legati ad insufficienza mentale, mentre disturbi del comportamento e malattie mentali riguardano quasi un terzo dei sordociechi (il 32,5% dei casi). Solo il 36% del totale non presenta invalidità aggiuntive rispetto alle problematiche legate a vista e udito, mentre ben il 21,6% somma a queste almeno altre 2 forme di invalidità. Nella maggioranza dei casi – 7 su 10 – i sordociechi hanno difficoltà ad essere autonomi nelle più semplici attività quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire da soli). Anche per questa difficoltà ad affrontare la vita senza un sostegno esterno, 6 su 10 (il 57.1%, circa 108 mila persone) sono di fatto confinati in casa, sul letto o su una sedia, vedendosi quasi totalmente preclusa una vita sociale e, spesso, anche affettiva. E il 30,1% ha difficoltà a muoversi e camminare.
“L'Istat si è impegnata molto in questi anni per misurare le varie forme di disabilità e la qualità della vita dei disabili”, spiega Linda Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat. Che aggiunge: “Questo studio ha permesso di evidenziare che la disabilità sensoriale interessa un collettivo molto ampio di persone che affronta quotidianamente diverse criticità, dovute anche all’assenza di interventi, servizi e ausili che consentirebbero loro di sperimentare condizioni di vita migliore, sia nelle attività che nei livelli di partecipazione sociale. I dati presentati dimostrano chiaramente che molto spesso è l’ambiente di vita a condizionare l’inclusione sociale delle persone con deficit sensoriale, ciò dovrebbe spingere le politiche a intervenire, eliminando barriere fisiche e sociali e fornendo maggiori ausili, aiuti e servizi. La ricerca dimostra l’importanza delle raccomandazioni rivolte ai Governi dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e l’urgenza di politiche finalizzate a realizzare la piena inclusione sociale di queste persone".
Esiste poi una minoranza (13,2%), pari a circa 20 mila persone, che assommano tutti e tre i livelli di difficoltà (confinamento, difficoltà di movimento e difficoltà nelle più semplici funzioni quotidiane), di fatto vivendo in uno stato di dipendenza assoluta e di bisogno di assistenza nell’intero arco della giornata. Con le conseguenze e le difficoltà che si possono immaginare sia per le persone stesse, che per le loro famiglie.
Destinati all’isolamento. E se è vero che “libertà è partecipazione”, purtroppo questo discorso non vale per tutti. Infatti, per la quasi totalità dei sordociechi (nell’86,7% dei casi) uscire di casa rappresenta un problema a volte insormontabile, spingendoli verso una non voluta condizione di completo isolamento, anche affettivo. Secondo quanto emerso dall’indagine Istat, il grado di partecipazione sociale risulta gravemente compromesso per le persone con problemi sensoriali, che necessitano di avere una persona di contatto, un interprete e degli aiuti specifici per comunicare con il mondo esterno. Tra i principali ostacoli, inoltre, l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici (una difficoltà per l’88% delle persone con entrambi i deficit) e l’accesso agli edifici pubblici, ritenuto difficoltoso dall’85% del campione.
“Questo scenario impone una riflessione in merito all’organizzazione dei servizi e alla scelta dei protocolli d’intervento nell’ambito dell’educazione e della riabilitazione per i disabili sensoriali”, dichiara Carlo Ricci, presidente del Comitato tecnico scientifico ed etico della Lega del Filo d’Oro. Che aggiunge: “La Lega del Filo d’Oro adotta da sempre un approccio di eccellenza mirato ad ogni singolo utente perché ognuno di loro, a causa della grave disabilità nella maggior parte dei casi legata a più minorazioni psicosensoriali, necessita di un percorso di riabilitazione dedicato che si faccia pieno carico di lui e della propria famiglia.L’ampiezza del fenomeno e le differenziazioni che lo contraddistinguono dovranno prefigurare nuovi scenari con i quali anche l’Associazione dovrà confrontarsi”.
Il 66,5% delle persone con problemi alla vista e all’udito dichiara di aver difficoltà ad incontrare amici e parenti, mentre il 78,7% non riesce ad occuparsi dei propri interessi, hobbies o di partecipare ad eventi culturali e di intrattenimento. Fattori che rendono ancora più complessa e piena di ostacoli la vita di queste persone, precludendo quasi totalmente la possibilità di una dimensione sociale attiva. Per questo motivo un percorso volto all’indipendenza richiede, soprattutto nel caso di bambini e ragazzi, un impegno interdisciplinare individuale che agisca sulle potenzialità residuali, in grado di educarli e reinserirli sia nella famiglia che nella società, stabilendo una comunicazione con gli altri e la realtà circostante.