Sos Mediterranee, barche di carta nelle fontane di Roma
ROMA - Questa mattina sono comparse in alcune importanti fontane di Roma e nel Tevere delle barche di carta formato gigante: l'azione, compiuta dagli attivisti di Sos Mediterranee Italia, si riferisce in una nota dell'organizzazione, ha lo scopo di sensibilizzare sui naufragi e le morti in mare di persone migranti. Nel comunicato si denuncia "una politica spesso assente, impotente o addirittura ostile". In foto diffuse stamane si vedono le barche di carta, anche nella fontana di Trevi o nel Tevere di fronte a Castel Sant'Angelo, con la scritta "non restare a guardare".
Sos Mediterranee sottolinea: "È arrivato il momento che l'Europa si assuma la responsabilità di affrontare la questione della rotta migratoria più letale del mondo, dove ogni anno muoiono migliaia di persone innocenti". Secondo l'organizzazione, "criminalizzare e ostacolare chi cerca di salvare vite è inaccettabile e offensivo".
Intanto, si è svolto oggi un incontro, "Non restiamo a guardare", sempre a Roma, organizzato da Sos Mediterranee. L'organizzazione evidenzia: "Più di 10mila cittadini hanno sottoscritto la nostra petizione in cui si chiede alle istituzioni di fermare questa strage di donne, bambini e uomini, e intervenire con un'azione corale e condivisa; vedremo se dalla prossima legislatura riusciremo a far arrivare la loro (e la nostra) voce a Bruxelles".
"Il soccorso in mare non può essere una scelta politica, perché è un dovere; da assumere nel nome di quel rispetto dei diritti umani e alla vita che è stato posto alla base dell'integrazione europea": a sottolinearlo è Abdelfetah Mohamed, origini eritree, già migrante in mare, oggi presidente dell'organizzazione Sos Mediterranee. La sua riflessione è condivisa con l'agenzia Dire a margine dell'incontro. Quarant'anni, Mohamed è giunto in Sicilia dalla Libia nel 2011, nelle settimane che seguirono la caduta del colonnello Muammar Gheddafi. Dopo, come attivista, ha salvato e a volte è stato costretto a vedere persone in mare morire. "In una situazione normale non dovremmo parlare di soccorso, di chi decide della vita o di chi toglie la vita di un'altra persona" sottolinea l'attivista. "Purtroppo invece siamo costretti a ricordare al mondo che il soccorso in mare non può essere una politica perché è semplicemente diritto alla vita".
Lo sguardo si allarga ai prossimi appuntamenti, con il voto per il Parlamento Ue al via il 6 giugno, in Italia l'8. "Vorrei vedere un'Europa che rispetta i diritti umani e la vita delle persone" sottolinea Mohamed. "Questo impegno è peraltro la base su cui l'Europa è nata: in fondo non stiamo chiedendo tanto". Nel corso dell'incontro, è stata presentata una petizione promossa da Sos Mediterranee, che invita dirigenti e deputati europei alla responsabilità nei confronti delle persone migranti.