10 luglio 2013 ore: 12:19
Welfare

Sostegno alle famiglie, ecco la riforma a costo zero

La proposta del rapporto “Costruiamo il welfare di domani”. Reimpiegare il 17,8 miliardi attualmente destinati a detrazioni e assegni facendoli confluire in un unico fondo concentrato sulle famiglie con minori. Con due opzioni possibili
Stefano Dal Pozzolo/Contrasto Bambino con macchina giocattolo, minori, volontariato

ROMA – Si può riformare il sistema di sostegno alle famiglie senza spendere un euro in più, ma semplicemente reimpiegando quei 17,8 miliardi di euro attualmente destinati a detrazioni e assegni familiari. La proposta è contenuta nel rapporto “Costruiamo il welfare di domani” (vedi lancio precedente) e prevede due strade possibili. Entrambe prevedono di far confluire i fondi per assegni e detrazioni in un unico istituto di sostegno concentrato sulle famiglie con minori.

La prima opzione, l’Assegno per i minori, elimina tutte le detrazioni per familiari a carico, inclusa quella per il coniuge, e viene destinata solo a nuclei con minori. I potenziali beneficiari sarebbero 6,5 milioni di famiglie. Nella seconda opzione, definita “Assegno per i figli e Detrazioni”, il contributo è erogato anche a nuclei con figli non minori a carico e permangono le detrazioni fiscali per altri familiari a carico. La platea di beneficiari diventa così di 10,2 milioni di famiglie. In entrambi i casi si adotta comunque la logica dell’universalismo selettivo, erogando i contributi a tutti i nuclei familiari, ma con valori proporzionali alla condizione economica della famiglia e del numero dei componenti. “In questo modo si configura una struttura di trasferimenti che risponde a maggiore razionalità ed equità rispetto agli istituti esistenti” spiegano i ricercatori. Questa innovazione non pregiudica gli assegni familiari attuali erogati da nuclei senza minori, per lo più pensionati da lavoro dipendente.

“Gli aspetti positivi della proposta sono soprattutto il superamento del problema dell’incapienza, cui sono soggette le detrazioni Irpef – evidenziano ancora -, una più razionale determinazione della condizione economica e uno spostamento significativo di risorse a favore di nuclei familiari relativamente giovani che si sono assunti responsabilità genitoriali”. Ci sono però anche delle criticità, legate soprattutto alla forte selettività della riforma, “pur fortemente voluta, che rispetto all’attuale situazione beneficia in particolare i nuclei in cui il reddito prevalente è di lavoro autonomo, mentre risultano penalizzati quelli in cui non sono presenti minori”. Consapevoli delle possibile proteste i ricercatori suggeriscono un’introduzione graduale della riforma. (vedi lanci successivi) (gig)

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