Sostegno: mancano 30 mila docenti, ma 12 mila specializzati restano supplenti
ROMA – Mancano gli insegnanti di sostegno, ma 12 mila specializzati restano supplenti: è il “paradosso” denunciato da Anief, quando mancano due settimane all’inizio dell’anno scolastico. Un paradosso che si gioca soprattutto intorno alla disabilità e che si riassume in poche, esemplari cifre. “A Milano il provveditore lamenta 1.900 cattedre libere e destinate ad aumentare, perché solo nell’ultimo mese sono arrivate 700 certificazioni di alunni disabili. Nel Lazio mancano all’appello 700 insegnanti. In provincia non va meglio: a Pistoia 46 cattedre vuote, a Prato rimangono da coprire 34 posti. Persino al Sud c’è carenza. Intanto, delle 8.797 assunzioni su sostengo della fase B della riforma, quasi la metà (3.671) andranno perse”.
Insomma, gli insegnanti di sostegno ci sono, sono anche formati, ma non saranno immessi in ruolo, lasciando cattedre vacanti e ragazzi privi del supporto necessario. “Le lezioni si avviano a partire con 90 mila cattedre di sostegno coperte da personale di ruolo, a fronte di oltre 120 mila cattedre da coprire”, riferisce Anief. L’allarme parte da Milano, dove “il grosso dei posti vuoti sono sul sostegno: ne mancano 1.900”, ha riferito il provveditore, Marco Bussetti, ricordando anche che i numeri di studenti disabili negli ultimi anni sono sempre in aumento: “più di 12mila. Sono arrivate 700 certificazioni in più solo nell'ultimo mese. E noi non abbiamo insegnanti per loro, nonostante potremmo assumerne tantissimi”. Ma la carenza di insegnanti di sostegno, che certamente avrà pesanti ricadute sull’avvio dell’anno scolastico e non solo, si registra in tutte le regioni: “nel Lazio mancano circa 700 insegnanti di sostegno – riferisce Anief - La situazione in provincia non è migliore: a Pistoia ci sono 46 cattedre vuote sul sostegno, ma mancano gli insegnanti, a Prato le immissioni in ruolo non sono bastate: rimangono da coprire 34 cattedre per il sostegno. Potremmo andare avanti, ma ci fermiamo qui”.
Per Anief, è “il remake di un film già visto: anche lo scorso anno, pur essendovi la copertura, ben 4 mila posti di sostengo al nord non sono stati assegnati. E oggi siamo punto e daccapo. Eppure, quello delle graduatorie esaurite è un problema che poteva essere tranquillamente superato. Governo e parlamento, infatti, non hanno permesso l’accesso nelle GaE (Graduatorie ad esaurimento, ndr) dei 12.840 insegnanti di sostegno specializzati negli ultimi anni: si tratta di docenti – selezionati su un numero preciso di posti individuato annualmente dal Miur - che hanno svolto lo stesso percorso formativo dei colleghi che si sono specializzati nel sostegno alla disabilità, sino al 2011, attraverso le Ssis. Invece, tutti questi specializzati, malgrado la Buona Scuola, anche quest’anno continueranno a sottoscrivere una supplenza – ad anno scolastico iniziato - su convocazione del dirigente scolastico”.
Un’analisi dettagliata della situazione è stata svolta dalla rivista Orizzonte Scuola: sulle immissioni in ruolo che non si potranno effettuare, per mancanza di aspiranti nelle graduatorie riconosciute dal Miur, “il dato che sicuramente salta all’occhio è quello relativo ai posti di sostegno. I posti di sostegno in questi ordini di scuola sono superiori rispetto alle domande presentate”. Nel dettaglio, per la scuola dell’Infanzia, ci sono 431 domande presentate per 569 posti , per la primaria 2981 domande presentate per 3118 posti, per la secondaria di I grado 1.264 domande per 4.660 posti. In tutto, quindi, sono 3.671 i posti di sostegno (su 8.797) che andranno persi.
“Il problema – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - è che al Miur si continuano a considerare in deroga, assegnabili a supplenza solo fino al 30 giugno dell’anno successivo, dei posti liberi. Se nel 2014/15 abbiamo chiamato 38.000 supplenti di sostegno, al netto dei posti in deroga attivati, perché oggi stabilizziamo soltanto 8 docenti? Che fine hanno fatto gli altri posti? Tra l’altro, la situazione può solo che peggiorare, visto che i dati degli disabili certificati iscritti ad un corso scolastico sono in progressivo aumento. La verità è che si continua a ignorare la direttiva europea 70/1999 e la sentenza della Corte di Giustizia europea sui posti vacanti e sulle assunzioni di tutto il personale che ha svolto più di 36 mesi di servizio”.