11 settembre 2020 ore: 12:33
Disabilità

Sostegno, la continuità che non c'è: quasi il 60% degli alunni disabili cambierà docente

Secondo Tuttoscuola, quest'anno sarà “record negativo”: il 59% degli alunni con disabilità (170 mila) cambierà docente di sostegno. Più dello scorso anno (43%). Il motivo? Il 45% degli insegnanti di sostegno sono precari. “L'investimento per l'inclusione vanificato per ragioni economiche”

ROMA – Non troveranno la stessa scuola che hanno lasciato sei mesi fa, gli studenti che il 14 mattina torneranno tra i banchi: le nuove regole imposte dal virus porteranno forti cambiamenti nell'organizzazione, dalla ricreazione in aula alle mascherine, dai banchi monoposto (dove sono arrivati: altrimenti, per ora, solo sedie) agli orari diversi. La gran parte degli studenti si abituerà presto, ma per qualcuno sarà più complicato accettare le novità: per gli studenti con disabilità intellettiva e relazionale, per esempio, ma anche per quelli con disabilità motoria o sensoriale, potrebbe essere difficile adeguarsi alle nuove norme. Per loro però il disagio è ancora maggiore: la maggior parte troverà anche un docente di sostegno diverso da quello dello scorso anno. E' quanto riferisce il portale specializzato TuttoScuola, secondo cui “quest’anno sarà record negativo: 170 mila alunni con disabilità (il 59% del totale) all’apertura della scuola non avranno più il docente di sostegno che li seguiva l’anno scorso. In molti casi ne cambieranno nei prossimi mesi anche più di uno”. Nei prossimi giorni Tuttoscuola pubblicherà un dossier proprio su questo tema, di cui intanto anticipa alcuni passaggi, denunciando soprattutto questa “insensata girandola di cattedre che si ripete ogni anno, di governo in governo, che aumenta invece di diminuire”.

Da una parte, la scuola dell'inclusione che è il vanto del nostro Paese, con “un esercito di 185 mila insegnanti di sostegno” a cui sono stati destinati “6 miliardi e 250 milioni di euro l’anno e 44 miliardi di euro spesi solo per gli stipendi nell'ultimo decennio”. Un investimento “in buona parte vanificato dall’avvicendamento e dalla non riconferma degli insegnanti, che peraltro in molti casi non sono specializzati, tanto meno nella patologia specifica”.

Non è una novità, ma una problematica ben nota e più volte rilevata: tre anni fa lo stesso Tuttoscuola pubblicò un dossier, “Lo tsunami che colpisce gli alunni disabili”, da cui risultava che 100 mila alunni con disabilità (il 43%) avessero cambiato docente. Ora quel numero, che suscitò diffuso sdegno, pare che addirittura aumenterà". 

Perché? Per “mancanza di programmazione e coordinamento, per inefficienza e burocrazia”. Bastano pochi numeri a spiegare la questione: il numero degli insegnanti di sostegno è cresciuto, in poco più di vent'anni, del 190%: nell'anno scolastico 1997-98, secondo i dati riferiti da Tuttoscuola. Erano 59 mila, nel 2019-2020 ben 173 mila. Il problema qual è, allora? E' la precarietà, che riguarda ben il 42% di questi docenti: in numeri, 73 mila. Quest'anno “si può stimare che i docenti precari saliranno a 83 mila (45%) - riferisce Tuttoscuola - Quasi tutti saranno nominati in una scuola diversa da quella dell’anno precedente, per le regole di reclutamento”.

E' proprio il meccanismo che non funziona e che genera questa mancanza di continuità: “Che senso ha assumere a tempo, licenziare a fine anno scolastico e riassumere dopo tre mesi così tanti docenti, quando è chiaro che il fabbisogno non solo è stabile ma è in costante crescita? - si domandano gli esperti di Tuttoscuola - La motivazione è essenzialmente di natura economica: si risparmiano due mesi di stipendio. Criteri per così dire di prudenzialità economica nell’ambito della spesa pubblica, sui quali vigila severamente (e acriticamente) il ministero dell’Economia, ai quali il ministero dell’Istruzione deve conformarsi”. Il risultato è drammatico; “Si vanifica l’efficacia di un investimento altissimo. Alla faccia della lungimiranza...”.

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