14 aprile 2016 ore: 16:24
Ambiente

Sostenibiltà ambientale: ecco come trasformare i beni in servizi e i rifiuti in risorse

A Viterbo un incontro di approfondimento e dibattito in vista di “Econcentriamoci”. Analizzati i modi e i vantaggi di ridurre gli sprechi di materiali ed energia, così come proposti dai sostenitori dell'economia condivisa e circolare
Eco-incentriamoci
Eco-incentriamoci

ROMA - In vista di “Econcentriamoci”, l'evento previsto per ottobre che vedrà la premiazione del comune o dell'azienda che avrà sviluppato un progetto di sviluppo sostenibile che valorizzi la capacità di condivisione, si è svolto ieri al palazzo dei Priori di Viterbo l'incontro di approfondimento e dibattito sui temi legati alla sostenibilità ambientale. Topic della giornata: sharing economy ed economia circolare, presentate in una prospettiva secondo cui la lotta per la riduzione del nostro impatto sull'ambiente non può più essere considerata una scelta individuale ma un obbligo collettivo.

Chi ha fatto luce sulle opportunità offerte dalla condivisione, proponendo nuovi modelli di sviluppo sostenibile; chi ha affrontato la discussione fornendo una visione più scientifica su possibili sistemi ecologicamente ben strutturati ed economicamente redditizi; chi ha fatto emergere i vantaggi e i problemi che comporterebbe l'uscire da un tipo di economia lineare come la nostra.     Ideata ed organizzata da Simonetta Badini, coordinatrice del Gdl “Comunicazione e Partecipazione ambientale”, la tavola rotonda di ieri può quindi vantare di aver avuto una partecipazione e un approccio multidisciplinari. Molte infatti le personalità di spicco nell'ambito della tutela ambientale provenienti da diversi settori, come il climatologo Vincenzo Ferrara, la presidente onoraria di CoMoDo, il gruppo di lavoro mobilità sostenibile di Kyoto club, Simone Vieri, professore di economia e estimo rurale de La Sapienza, e Antonio Truglio, il responsabile qualità e produzione Unindustria. A moderare Marco Gisotti, giornalista ed esperto di comunicazione ambientale e green jobs.

“Abbiamo voluto dare a questo appuntamento un format che valorizzi la visione globale dell’economia partecipata, ma che metta anche in primo piano i territori che costituiscono il tessuto connettivo dell’Italia". Queste le parole di Simonetta Badini che, tramite un incontro che ha assunto le forme di una presa di coscienza collettiva, ha voluto valorizzare la centralità della condivisione in un tema come quello della tutela delle nostre ormai scarseggianti risorse, illustrando come sia possibile e necessario che questi temi smettano di essere un settore di nicchia e si aprano al territorio.

Una panoramica su nuove possibili forme di mobilità in città l’ha offerta Anna Bonatti, facendo presente il bisogno impellente di trovare maniere di rendere le città accessibili in maniera sostenibile. Il riferimento è a car sharing e car pooling, nuovi servizi basati sul concetto di uso e non di proprietà, già attivi in diverse città d'Italia. Una critica è stata poi rivolta agli obsoleti servizi pubblici, alla carenza di investimenti per nuove reti tramviarie, metropolitane e ciclabili, e ha auspicato un'Italia più impegnata a seguire le linee guida sui piani urbani di mobilità sostenibile (PUMS) imposteci dall'Unione Europea, che prevedono incentivi e facilitazioni per un uso più attivo della bicicletta e fornendo più servizi per i pendolari, servizi di bike sharing, veicoli puliti, città a 30 km/h. In questo senso, sono Bolzano, Ferrara, Reggio Emilia e Mestre le città italiane che possono vantare la più alta mobilità ciclistica, arrivando ad una percentuale del 25/30%. Di tutto questo, tra l’altro, si parla nel suo libro “Muoversi in città – esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia”, scritto in collaborazione con Francesco Petracchini e edito da edizioniambiente di Kyoto club.

Altrettanto interessante l'intervento del professor Maurizio Carlini, che ha ripreso il concetto di obbligo nei confronti di una maggior tutela ambientale, facendo un parallelo tra le strategie, le politiche, le normative pro ambiente e l'educazione e la sensibilità sul tema. Una cultura ambientale che va ripensata, rielaborata e insegnata alle nuove generazioni perché stiano al passo con le nuove tecnologie, le nuove forme di economia e le nuove problematiche del nuovo millennio, a cui volenti o nolenti dobbiamo fare fronte. Ha dimostrato poi, citando qualche dato, come l'applicazione di un tipo di economia diversa, più premurosa nei confronti della qualità dell'ambiente sia possibile: riducendo da 12 a 6 i litri di acqua erogati dallo sciacquone del wc, sono stati risparmiati in pochi anni 2 miliardi e 700 milioni di litri di acqua.

“Non sono tanto le nuove tecnologie, l'innovazione più grande di cui abbiamo bisogno è quella di riappropriarci del senso di realtà che stiamo perdendo, è fondamentale che riacquistiamo una consapevolezza e necessario che allineiamo la nostra realtà individuale con quella che abbiamo attorno”. Queste le parole del professor Simone Vieri, che ha chiuso la tavola rotonda incitando gli invitati, in gran parte studenti, a prestare più attenzione alle necessità di un mondo il cui 50% del PIL appartiene a 140 multinazionali.

In conclusione della giornata di studio, che ha visto convergere vari ambiti disciplinari nell'ottica di creare un modello condiviso di tutela ambientale, Simonetta Badini ha invitato tutti i comuni e tutte le aziende ad iscriversi all'Italian Resilient Award, il premio d'eccellenza che verrà conferito a tutte quelle realtà che avranno realizzato o anche solo avviato interventi tesi a favorire percorsi di sviluppo ecocompatibili che tengano conto dei cambiamenti climatici in atto. (Chiara Maistri)

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