Special Olympics, la "lezione di vita" degli atleti disabili
Da sinistra a destra: Federico Morgagni, Eugenio Mucci, Francesco Mucci, Federico Arceri
VENEZIA – Mille e duecento atleti, 700 volontari, 600 familiari, 550 allenatori. Sono i numeri dell’ultima edizione delle Special Olympics, le gare sportive per disabili intellettivi concluse il 30 maggio a Venezia. Bocce, canottaggio, equitazione, golf, pallacanestro, tennis e nuoto le discipline proposte quest’anno. Insieme a una novità: si chiama “Staffetta integrata”, 4 vasche da 25 metri a stile libero e 4 gli atleti in gara per ogni squadra, 2 disabili e 2 normodotati. I campioni italiani 2014 vengono da Latina e sono i fratelli Francesco ed Eugenio Mucci, Federico Morgagni e Federico Arceri. Medaglia d’oro e grande soddisfazione. Alla partenza c’è Federico Morgagni, 23enne con la sindrome di Down, che sin da subito semina tutti, guadagna tantissimo sugli avversari e agli altri 3 resta il compito di mantenere la distanza. “A me tremavano le gambe perché ero il più piccolino – racconta entusiasta Eugenio Mucci, 13 anni e fratello di Francesco, 20enne con la sindrome di Down – Gli altri atleti erano quasi tutti il doppio di me. Per fortuna Federico è stato bravo e siamo arrivati con 11 secondi di anticipo. Mio fratello Francesco – aggiunge – festeggiava ancor prima che ci dessero le medaglie”.
Da sinistra a destra: Federico Morgagni, Eugenio Mucci, Francesco Mucci, Federico Arceri |
Federico Morgagni ha dedicato la vittoria a Elisa, la sua ragazza e dice di aver fatto l’impossibile e di essersi impegnato tanto perché nella vita bisogna vincere, nonostante ora sia un po’ stanco. Anche Francesco Mucci è contento di questa vittoria, che ha dedicato alla fidanzata Ilaria. Vittoria che per lui non è stata l’unica durante le Special Olympics: a Latina è tornato, infatti, con un altro oro, vinto nei 50 metri stile libero. “Per i normodotati partecipare a questa gara è una grande lezione di vita – spiega Bruno Mucci, papà di Eugenio e Francesco – perché si possono rendere conto che un disabile può avere un’abilità maggiore, ad esempio a nuotare, rispetto a chi disabile non è. Inoltre – aggiunge – i disabili spesso sono più concentrati, attenti e determinati rispetto agli altri atleti”.
I 4 ragazzi si allenano come team da un anno al centro Diaphorà di Latina, l’associazione nata nel 2002 con lo scopo di dar voce alle esigenze dei disabili e delle loro famiglie. “Durante gli allenamenti ci sostenevamo tra di noi – racconta Eugenio – Per esempio il nostro preparatore voleva far tuffare Federico (Morgagni, ndr) dal trampolino ma io ricordavo che lui impiegava troppo tempo a risalire e quindi abbiamo deciso di partire dal bordo vasca”. Oltre al nuoto Francesco Mucci e Federico Morgagni però sono impegnati anche nell’atletica e nel tennis. “Sono sportivi a tutti gli effetti, sia fisicamente che nello spirito, si sostengono tra loro e sono molto uniti – conclude Bruno Mucci – Alle Special Olympics si sono divertiti tutti moltissimo perché, oltre la competizione, ci sono complicità e divertimento, come nel rugby”. Non sono mancati infatti i momenti di svago con musica e balli. (irene leonardi)