27 novembre 2013 ore: 15:56
Economia

Stabilità, Forum Terzo Settore: per il governo non siamo una priorità”

Il portavoce Pietro Barbieri fa un primo bilancio del testo approvato: “Le istanze che avevamo sollevato sono rimaste senza ascolto”. Critiche per il mancato chiarimento su Imu e non profit: “Vogliono equiparci agli enti commerciali”

ROMA – Dopo anni di tagli c’è una “piccola inversione di tendenza, che resta tuttavia assolutamente insufficiente”. E’ il giudizio del portavoce del Forum del terzo settore, Pietro Barbieri, al testo della legge di stabilità 2014 approvato nella notte. Anche in presenza della “cancellazione dell’aumento dell’Iva per le cooperative sociali”, di un aumento del Fondo per la non autosufficienza (da 250 a 275 milioni di euro, e che raggiunge i 350 milioni con l’aggiunta per l’assistenza domiciliare per le gravi disabilità) e del finanziamento contro la povertà di 40 milioni di euro annui per tre anni (finanziamento definito comunque “irrisorio”), “non possiamo cantar vittoria”. “Se da un lato – afferma Barbieri - le istanze che abbiamo sollevato sono rimaste senza ascolto, dall'altro, soprattutto, constatiamo con amarezza che la nostra idea di costruire un sistema di welfare a lungo termine, solido e inclusivo non ha trovato effettivo riscontro tra le priorità di questo governo”.

“Non ci sono – continua il portavoce del Forum - aumenti di risorse per i fondi sociali, per il 5per mille, per la cooperazione internazionale, per il servizio civile e, in particolare, mancano un chiarimento su IMU e enti non commerciali e sulle agevolazioni sull’imposta di registro per il non profit”. “Rispetto alla questione fiscale – precisa - abbiamo la sensazione che si voglia modificare la natura delle onlus, equiparandola a quella degli enti commerciali: riteniamo inaccettabile che una mensa sociale debba pagare l’IMU alla stregua di un ristorante, che uno spazio dedicato ad attività educative o ludico-sportive debba essere considerato come una struttura che fa attività di tipo commerciale. Non è sostenibile che su questo non venga presa una posizione netta”.

Infine, Barbieri afferma che “fino a quando il nostro Paese non metterà tra le priorità la revisione della spesa pubblica - ricordiamo che più del 10% della spesa va in interessi sul debito -, continueremo a dovere fare i conti con una carenza di risorse da destinare a servizi, sostegno alle persone, imprese in difficoltà economica”.

 

 

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