Stabilità. Gori: Sia, proposta bocciata a livello politico
Cristiano Gori
ROMA - Poco, disperso e senza progetto. Sono queste le tre parole chiave per comprendere quello che il governo ha messo in campo con la legge di stabilità 2014 approvata ieri in Senato secondo Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università Cattolica e membro sia del team di accademici guidato dal viceministro Maria Cecilia Guerra che ha messo a punto la proposta del Sostegno per l’inclusione attiva, sia del gruppo di lavoro voluto da Caritas e Acli per la realizzazione del Reis. “Si fa poco, disperso in mille rivoli e al di fuori di qualsiasi progettualità – spiega senza giri di parole Gori -, e tra un anno ci saranno solo i 40 milioni della nuova social card, aggiunti a quel che resta dei fondi della sperimentazione al Sud, circa 27 milioni. Quindi ci sono fondi solo per un anno. Di fatto è poco”.
Non è solo una questione di risorse. Secondo Gori, piuttosto è una sorta di sconfitta, anche sul piano politico. “Siamo in un anno in cui la povertà cresce, la politica inizia ad occuparsene, Acli e Caritas, creano l’Alleanza contro la povertà, ma tutto questo ha portato a nulla. Questo è il punto di arrivo di un anno speciale, come non se ne vedevano dai primi tempi della Turco”. Per Gori è necessario aprire una riflessione sul lavoro fatto fino ad oggi, ma non solo. “Sarebbe stato più utile se il ministro Giovannini avesse rifiutato quei 40 milioni – spiega Gori -, avrebbe contribuito maggiormente alla collettività rinunciando a quei fondi e aprendo un discorso vero, perché il punto è che la proposta non è passata a livello politico”.(ga)