21 novembre 2014 ore: 12:11
Welfare

Stabilità, l'Arci: "Migliorare il testo, troppo poco contro la povertà"

La posizione sul testo della legge arrivato in Parlamento: c’è un’inversione di tendenza rispetto al passato ma alcune norme sono preoccupanti: social card, tagli ai patronati, tassazione sulle fondazioni. “Il Parlamento migliori il contenuto”
Povertà, uomo che chiede l'elemosina

ROMA – “Non c'è dubbio che questa manovra finanziaria rappresenti, in diversi punti, una inversione di tendenza rispetto alle politiche recessive proposte da altri governi e tuttavia vi sono diversi provvedimenti che suscitano perplessità e preoccupazione”. Così in una nota l’Arci, che spiega le sue perplessità sul testo della legge di stabilità arrivato in Parlamento.

“I tagli, per miliardi, a Regioni e Enti locali – si legge nella nota - andranno inevitabilmente ad impattare sulla quantità e qualità dei servizi sociali per cittadini e comunità già duramente provati dagli effetti della crisi. Stenta a farsi strada una misura efficace di contrasto alla povertà, i cui dati di crescita degli ultimi anni sono impressionanti e rivelano un fenomeno di assoluta gravità. L'Italia anche il questo campo è fanalino di coda in Europa, avendo a disposizione il solo strumento della social card, notoriamente di efficacia parziale e limitata. Ancora una volta la risposta ai bisogni sociali avviene attraverso misure di trasferimento monetario piuttosto che di allestimento di una rete efficace di servizi sociali”. “Va bene il Fondo famiglia, ma quello che serve è un sistema nazionale di attività e servizi per l’infanzia e l’adolescenza”, sottolinea l’associazione. “Il taglio dei fondi per i patronati, avrà conseguenze molto gravi sulla tenuta di un servizio gratuito universale di cui gode tutta la popolazione e rischia di produrre maggiori costi a carico dell'Inps e un aggravio della pressione sociale sui Comuni che non sapranno come erogare quei servizi”.

“Purtroppo – continua la nota - pochissima attenzione è dedicata all'investimento e allo sviluppo del Terzo settore che è  anche  diventato l'unico comparto in crescita dell'economia del paese. Il terzo settore, con i suoi quasi cinque milioni di volontari, un milione di occupati, e 300  mila organizzazioni attive sul territorio, negli ultimi anni ha giocato un ruolo determinante come promotore di coesione sociale e argine al ritiro dell'intervento pubblico in tante attività essenziali in campo sociale e culturale”.

“Nella legge di stabilità – dice ancora l’Arci - c'è peraltro una misura, forse sottovalutata, che rischia di peggiorare ulteriormente la qualità della vita delle nostre comunità: il rilevante aumento della tassazione sugli utili delle fondazioni di origine bancaria ridurrà pesantemente l'entità delle loro erogazioni e quindi il sostegno alle attività delle organizzazioni di volontariato, nonché ad interi settori che dipendono ormai da anni dai finanziamenti privati delle fondazioni: dalle dotazioni in ambito socio sanitario, alla salvaguardia e tutela del patrimonio culturale nazionale, alle attività in ambito musicale e teatrale. Piuttosto che alzare la tassazione delle fondazioni va chiesta sempre maggiore trasparenza ed efficienza nell'impiego di queste essenziali risorse”. “L'Arci – conclude la nota - si augura che il dibattito parlamentare possa migliorare la manovra finanziaria, salvaguardandone gli aspetti positivi già contenuti, e invita i parlamentari, di ogni schieramento politico, provenienti dalle fila del terzo settore ad impegnarsi in tal senso.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news