9 marzo 2017 ore: 09:50
Disabilità

Storie di donne disabili vittime di violenza (e di chi le aiuta)

Inchiesta di SuperAbile Inail. Una donna disabile su dieci ha subito uno stupro o un tentato stupro nella vita: più a rischio sono quelle con deficit intellettivo. Le voci delle associazioni e dei centri antiviolenza al loro fianco nella denuncia e nell'ascolto
Sasette 3 - FOTO SUPERABILE
Illustrazione di Sabrina Lupacchini
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ROMA - Storie di donne disabili vittime violenze e la testimonianza di chi prova ad aiutarle. Le racconta l’inchiesta pubblicata sul numero di marzo del mensile SuperAbile Inail curata da Antonella Patete. Storie come quelle di Sonia. Sua madre è morta per via del parto e lei ha subito una sofferenza fetale, che le ha provocato una grave disabilità. Tuttavia a 18 anni, grazie a un progetto di formazione lavoro, riesce a trovare un’occupazione in un supermercato, come scaffalatrice, iniziando a mantenere se stessa e suo padre. Quando arriva nella sua vita Francesco sembra davvero vicina a coronare tutti i suoi sogni. Dopo un mese di convivenza resta incinta ma è prorpio durante la gravidanza che le cose cambiano. Francesco non è più quello di prima: ha atteggiamenti violenti, la umilia, le sottrae perfino i soldi che guadagna. Il figlio nasce, lei tira avanti come può, fino a quando si rivolge al centro antiviolenza gestito dall’associazione romana “Differenza donna” dove, oltre al sostegno legale, trova ascolto e aiuto nell’elaborazione del trauma nato dalla violenza subita. Oggi Sonia vive in un’altra città, dove ha ricominciato da zero con il proprio bambino.


- La sua è solo una delle tante storie di violenza che colpiscono le donne, e in particolare quelle con disabilità. Gli ultimi dati Istat disponibili (2014) dicono che quasi una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita, ma la percentuale sale al 70% in presenza di qualche tipo di disabilità. E le cose non vanno meglio quando si tratta di stupro o tentato stupro, un’esperienza che ha provato il 10% delle donne disabili italiane (contro il 4,7% delle donne in generale).

Lo sportello “Differenza donna”. Rosalba Taddeini, psicologa e referente della struttura, è oggi tra le massime esperte sul fenomeno della violenza contro le donne disabili in Italia. “Dalla nostra esperienza sappiamo che quando una donna ha una disabilità fisica, sensoriale o cognitiva è più esposta al rischio di subire violenza e la sua vulnerabilità aumenta in condizioni di emarginazione, esclusione, segregazione e dipendenza”. Lei e le altre operatrici dell’associazione sono state tra le prime a riconoscere una particolare specificità quando si tratta di donne disabili. “Negli anni abbiamo cominciato a insospettirci e a chiederci perché un fenomeno tanto diffuso emergesse così difficilmente tra le donne con una disabilità”. Questa riflessione è stata solo il primo passo di un lungo lavoro di analisi e autoanalisi, che in cinque anni ha dato i suoi frutti. Non solo numerosi convegni e altri momenti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma anche la cosiddetta “presa in carico” di 62 donne, provenienti dalle esperienze più svariate: maltrattamenti e violenze subiti tra le mura domestiche, nei parchi pubblici e in case di accoglienza, tra cui spiccano alcune situazioni di induzione alla prostituzione coatta e un caso di matrimonio forzato. 

Illustrazione di Sabrina Lupacchini
Sasette 4 - FOTO SUPERABILE

“In Italia le donne disabili sono circa un milione e 700 mila, il 3,7% della popolazione totale  -  spiega la psicologa -. Ma nella nostra esperienza il dato risulta sottostimato: il 20% delle donnecon disabilità intellettiva, motoria e sensoriale che abbiamo accolto nel nostro centro antiviolenza non aveva fatto nessun percorso di riconoscimento della propria condizione. Questo ci porta a sostenere che, soprattutto rispetto ai deficit cognitivi, esiste un sommerso non segnalato neppure durante il percorso scolastico e, se segnalato, non viene riconosciuto dalle famiglie”.

Oggi oltre due donne su tre di quelle che approdano allo sportello sulle discriminazioni multiple di "Differenza donna" hanno un deficit intellettivo, una su quattro ha una disabilità fisica e una piccola fetta ha entrambi i tipi di problemi. Oltre il 65% arriva attraverso i servizi sociali e sanitari territoriali, il 30% vive in una struttura riabilitativa e più di nove su dieci hanno attivato un percorso legale contro chi gli ha inflitto violenza. E tra gli obiettivi raggiunti vi è anche la segnalazione e la conseguente chiusura, da parte delle forze dell’ordine, di una casa famiglia, dove una ragazza subiva maltrattamenti. Leggi l'inchiesta completa

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