Strage di Cutro, “quelle persone si dovevano e potevano salvare”
PALERMO - La strage di Cutro e le altre dove i migranti continuano a morire nel mare Mediterraneo "non sono stati incidenti imprevedibili ma l'effetto e l'immediata conseguenza delle politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere dell'Europa: quelle persone si dovevano e si potevano salvare".
A dirlo a gran voce, sono state centinaia di persone, tra cittadini e attivisti di 40 associazioni che, sabato pomeriggio, hanno manifestato per le strade di Palermo. Il corteo, radunatosi davanti al porto cittadino, è poi proseguito lungo via Cavour per concludersi poi a piazza Verdi davanti al Teatro Massimo. 88 sono le vittime finora ritrovate a Cutro.
“Non possiamo più accettare tutto quello che sta accadendo sotto i nostri occhi – dice Fausta Ferruzza, insegnante e attivista storica del Forum antirazzista -. Non è possibile che tante persone debbano continuare a morire in mare per potere trovare asilo in Europa. Siamo stati a Cutro per incontrare queste persone. Sono afghani, siriani, iracheni: persone che hanno diritto di trovare asilo. Chiediamo all'Italia e all'Europa di fermare queste stragi".
"I governi sono però concentrati solo sull’impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni, cambiamenti climatici e povertà a rivolgersi ai trafficanti - scrive in una nota il Forum antirazzista di Palermo -. È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi. Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo davanti alle coste calabresi, sulla catena di comando e sulle responsabilità. Ma vogliamo anche una complessiva e radicale revisione delle politiche migratorie e del regime confinario dell’Unione Europea. Chiediamo quindi, alle istituzioni europee e a quelle degli Stati membri, in particolare al Governo e al Parlamento italiani: l’attivazione di un sistema europeo e/o nazionale, coordinato ed efficace, di ricerca e soccorso nel Mediterraneo; l'eliminazione delle asimmetrie nel diritto alla libertà di movimento delle persone, attraverso la predisposizione di vie di accesso legali all’Europa; l'istituzione di corridoi umanitari sicuri, strutturati, capillari e stabili; l’attivazione dei visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti; l'interruzione immediata delle violenze e violazioni/crimini di Stato che hanno luogo lungo i confini d’Europa, dalla rotta balcanica, al Mar Egeo, al Mediterraneo Centrale, fino alle enclaves di Ceuta e Melilla e alle rotte via mare verso la Spagna; lo smantellamento degli accordi di collaborazione con Paesi terzi (ad esempio la Libia, la Tunisia, la Turchia o il Marocco) finalizzati a favorire il rimpatrio forzato (respingimento).
"Una politica alternativa in materia di migrazione e asilo è possibile - scrive ancora il Forum antirazzista di Palermo a cui aderiscono parecchie associazioni - ma richiede coraggio morale e una politica genuinamente democratica basata sui diritti dei popoli, che deve essere accompagnata da una nuova economia e da una visione cooperativistica che anteponga il benessere delle persone e del pianeta al profitto di pochi".
La manifestazione, tra gli altri, è stata sostenuta da: Forum Antirazzista Palermo, Agisci Palermo, associazione Gambiana Palermo, CGIL Palermo, CISS, Legambiente Sicilia, Mediterranea S.H. Palermo, Moltivolti, Officina del Popolo, Our Voice, Salesiani S.Chiara, Stra Vox. A questi si aggiungono pure: Africa Djengu, AGESCI Zona Conca d'Oro, AlarmPhone, ARCI Palermo, ARCI Sicilia, Assemblea NoGuerra Palermo, Associazione Antimafie Rita Atria, Ballarò Buskers, Booq, Borderline-Europe, Casa Àncora, Centro Penc, CESIE, Democratica Palermo, Diaria, Emmaus Palermo, Exodos Attività Sociali, Handala, IHRC - Islamic Human Rights Commission, La Comune, Laboratorio Andrea Ballarò, Legambiente Palermo, Libera Palermo, Maldusa associazione onlus, Palermo Pride, Per Esempio onlus, Potere al Popolo, Presidio donne per la pace - Fuori la Guerra dalla Storia, Prima gli ultimi, Nessuno è straniero Odv, Teatro alla Guilla APS, UDI Palermo.