16 novembre 2015 ore: 11:40
Non profit

Strage di Parigi, associazioni e ong invocano il dialogo contro la barbarie

Solidarietà per gli attacchi terroristici e la richiesta di agire ricercando la pace. Servizio civile internazionale: necessari progetti di volontariato e cooperazione. Arci: promuovere inclusione. Acli: riaffermare la pace. Tavolo della Pace: fermare impressionante escalation
Raffaella Cosentino Fiori bianchi e candele per ricordare Zhou e Joy

ROMA – “La violenza ha fallito, se perpetuata peggiorerà ulteriormente una situazione già tragica”. “Democrazia e libertà sono l’unico modo per spezzare il cerchio del terrore”. E ancora: “al terrorismo, alla guerra e all'odio rispondiamo con più libertà, più uguaglianza, più fraternità”. Dopo gli attententi a Parigi le associazioni e le ong di tutto il mondo prendono la voce per chiedere che si fermino le violenze. Da Emergency al Centro Astalli, tutti fanno appello alla Comunità internazionale perché assicuri maggiore libertà e democrazia per evitare nuove stragi di civili. “Ancora una volta colpire la popolazione civile è un gesto disumano e vigliacco.  Vediamo accadere in Europa quello che da anni accade in Afghanistan, in Iraq, in Siria: le nostre scelte di guerra ci stanno presentando il conto di anni di violenza e di distruzione – sottolinea l’organizzazione guidata da Gino Strada -. Diritti, democrazia e libertà sono l'unico modo di spezzare il cerchio della violenza e del terrore. L’alternativa è la barbarie che abbiamo davanti e alla quale non possiamo arrenderci.”

BOX Anche il Cocis (Coordinamento delle organizzazioni non governative per la Cooperazione internazionale allo sviluppo) condanna con forza i fatti di Parigi e chiede la pace come unico obiettivo. “Gli attacchi suicidi di Beirut del 12 novembre, che hanno provocato più di 40 morti e oltre 200 feriti, e l’agghiacciante sequenza di assalti che sconvolge Parigi in queste ore, lasciandosi dietro una scia di morti e feriti, sono stati rivendicati dalla stessa matrice che da diverso tempo ha dichiarato guerra al rispetto dei diritti di tutti, alla pace, alla pluralità di pensiero, a chiunque non ne sia affiliato, mussulmano, cristiano, ateo o a qualunque altra religione o credo appartenga. Noi condanniamo con forza questa escalation - afferma Giovanni Lattanzi Presidente del Cocis-“Siamo convinti che il ruolo della comunità internazionale debba essere più centrale e incisivo e che l’Europa tutta debba essere sempre più protagonista". Secondo il Cocis è il “momento di sentirci tutti, dal nord al sud del  Mondo, fratelli accomunati da una lotta per difendere i diritti al rispetto del valore della vita, della dignità umana e alla pluralità di pensiero. Proprio nei momenti più bui, l’umanità è capace degli slanci  più nobili. #PorteOuverte è l’hashtag con il quale gli abitanti di Parigi hanno offerto la loro ospitalità a chiunque fosse in fuga dalla follia terrorista che si riversava per le strade della città. Questo – conclude Lattanzi - spirito deve guidare anche l’accoglienza che mettiamo in pratica ogni giorno nei confronti delle persone in fuga da quella stessa follia omicida, che distrugge le loro case, uccide i lorocari e avvelena le loro vite”.

Un forte appello a cessare ogni guerra arriva anche dal Movimento Non violento: “ed eccola qui, la guerra. E' arrivata anche alla porta accanto. Con il  suo orrore, il terrore, il sangue, i corpi morti. Quando la vedi con i tuoi occhi capisci davvero perché è “il più grande crimine contro l'umanità”. Dobbiamo reagire. Non farci piegare dal dolore e dalla  paura. Non accettare lo stato delle cose. Reagire. Reagire per spezzare
la spirale, ed aprire una strada nuova. La violenza ha fallito e se perpetuata peggiorerà ulteriormente una situazione già tragica. L'alternativa oggi è secca: nonviolenza o barbarie”.

“I fatti di Parigi hanno mostrato il volto orribile del terrorismo. Quello stesso terrorismo da anni in paesi come la Nigeria, la Siria, il Mali e l’Afghanistan colpisce indiscriminatamente civili inermi e mette in fuga ogni giorno migliaia di persone" – sottolinea padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. "Oggi più di ieri - continua Ripamonti - vogliamo ribadire il nostro impegno ad essere uomini e donne di dialogo, di pace. È nostra responsabilità lavorare insieme per la costruzione di società in cui il rispetto dei diritti e della dignità di ciascuno sia l’unica forma di contrasto ad abusi e violenze”. Papa Francesco ha ricevuto in udienza 18 rifugiati del centro; il gruppo era composto da rifugiati provenienti da Somalia, Egitto, Costa d’Avorio, Iran, Congo Kenia, Ucraina, Burkina Faso. Ciascuno di loro ha avuto modo di salutare personalmente il Pontefice e rivolgergli qualche parola. “Mai come in questo momento è importante continuare ad agire in nome della solidarietà nei confronti degli oppressi e delle vittime di conflitti e di violenze", conclude Ripamonti.

Parigi come Beirut, Damasco, Kabul, Tripoli, Mogadiscio, Gaza, Gerusalemme.E’ la guerra che, pezzo dopo pezzo, si estende travolgendo vite, città, frontiere, valori, diritti, umanità” aggiunge Flavio Lotti, coordinatore  del Tavolo della Pace:“è urgente trovare il modo per fermare questa impressionante escalation, per rompere la spirale della guerra, del terrorismo e dell’odio” . Il Tavolo della Pace esorta la comunità internazionale ad ammettere la parzialità delle risposte che sono state date finora alle guerre, ai cambiamenti climatici, alle migrazioni, al terrorismo e alla povertà, per ripartire da una nuova politica di pace.

Anche il Servizio Civile Internazionale esprime vicinanza e solidarietà alle persone in Francia, colpite il 13 novembre da un atto di immane violenza. "Esprimiamo anche solidarietà alle persone vittime di violenza, sia essa fisica, culturale o economica in tutte le parti del mondo, come ad esempio in Libano, Siria, Turchia, Palestina, Iraq, Libia e Messico solo per citare le vicende degli ultimi giorni. - sottololine - A causa di queste violenze, tante di queste persone sono poi costrette a ricercare altrove per sé, il nucleo familiare e la propria comunità le condizioni per il soddisfacimento dei propri progetti di vita: sono le persone che fuggono da queste violenze ad attraversare il Mediterraneo. A tutte queste persone va la nostra vicinanza, e ribadiamo la necessità di progetti di volontariato e cooperazione internazionale che siano lontani dal perseguimento di fini economici ma rimettano al centro le persone, innescando dinamiche orizzontali, inclusive, comunitarie. Per un orizzonte di pace non possiamo fare altro che trasformare in maniera non-violenta i conflitti nei quali viviamo o che ci circondano". 

“Ci stringiamo attorno a Parigi e alla Francia. Leviamo forte un grido di esecrazione per gli attentati terroristici. La priorità assoluta è riaffermare la pace, sconfiggendo le forze che stanno dietro ai criminali esecutori, il cui lucido disegno è portare il caos e la guerra in Europa”.  Questo il commento del presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico, secondo cui “a Parigi è avvenuta una nuova battaglia di quella Terza Guerra Mondiale in corso, che come ricorda Papa Francesco, viene combattuta a pezzi”. “Noi europei ci accorgiamo solo adesso di questo attacco all'umanità, quando anche le nostre vite cominciano ad essere considerate spendibili.  – prosegue - Non solo spesso abbiamo chiuso gli occhi, ma ci sono delle corresponsabilità di stati europei nella destabilizzazione di vaste aree del Medio Oriente e della Libia, e ultimamente della Siria. Da questa destabilizzazione ha tratto vantaggio e sostegno l'Isis per il suo repentino sviluppo”. 

Anche il Tavolo Interreligioso di Roma si è detto vicino ai parigini. “Nel tragico presente risultano inadeguate le parole, le autorevoli inevitabili dichiarazioni di sdegno, le grida di rifiuto alla barbarie.  E’ fondamentale oggi riflettere e trovare nuove risposte a situazioni drammatiche che sono entrate nelle case dell’Europa tutta, evitando nel contempo di demonizzare e scaricare le responsabilità su fedi ed ideologie – sottolinea in una nota -. Il Tavolo Interreligioso di Roma di fronte alla drammatica situazione francese e alla centralità che anche il nostro paese, alla vigilia del Giubileo, si trova ad avere  nell’emergenza crescente, chiede a Franca Biondelli,  sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega per il Dialogo Interreligioso, una convocazione straordinaria  del Tavolo nazionale per l’Integrazione, in cui confrontarsi ed elaborare proposte per politiche e strategie che si concretizzino in progetti e interventi, condivisi su scala locale e nazionale capaci di rispondere alle lacerazioni sociali, culturali e religiose emergenti”.

“In queste ore piangiamo l'orrore di Parigi insieme al mondo intero.  Hanno colpito lì dove le persone stavano bene insieme. Dove c'era divertimento e spensieratezza. La musica, la cultura, lo sport, la convivialità. Noi non vogliamo farci sconfiggere dalla paura nè dalla follia del terrorismo”. E' il  commento di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci. “Oggi, noi dell'Arci, ci stringiamo attorno ai parigini e a tutti i francesi. Saremo presenti in tutti i presidi e le manifestazioni che in queste ore si stanno organizzando nelle varie città d’Italia in solidarietà con il popolo francese. Convinti che dovremo continuare a diffondere e difendere la cultura, la democrazia, la libertà, la laicità. Sappiamo che da oggi sarà ancora più importante promuovere inclusione e che non dovremo cedere a chi approfitta per alimentare odio e xenofobia”. 

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